Negli ultimi dieci anni la scuola media è peggiorata sotto diversi punti di vista. A dirlo il rapporto della Fondazione Agnelli, presentato questa mattina dal direttore Andrea Gavosto e dalla ricercatrice Barbara Romano:
Gavosto: “In questi dieci anni è cambiato molto poco, ci auspicavamo che la scuola media diventasse il perno di una riforma scolastica, ma questo non è successo. Il problema è diventato strutturale. Ai tempi di Berlinguer e della Moratti si pensò di abolirla, mantenendo scuola primaria e secondaria. Non siamo per questa soluzione perché sarebbe un enorme fattore di disturbo, però dopo dieci anni vogliamo capire cos’è successo. Abbiamo deciso di utilizzare le tecniche di visualizzazione dei dati. Vogliamo raggiungere un pubblico di studenti e più vasto”.
Romano: “Nel passaggio dalla primaria alla media, i risultati in Matematica peggiorano specie al Sud e nelle isole (27 punti). Alle medie si perdono altri 20 punti. Pesa il titolo di studio dei genitori. Non più del 30% delle ragazze e del 25% dei ragazzi di prima media danno un giudizio molto positivo. A 13 anni il gradimento per la scuola media scende al 10%. In prima media 4 su 10 sentono lo stress, in terza il numero cresce vertiginosamente. Solo 2 insegnanti su 3 vengono confermati alle medie, mentre alla primaria e alle superiori esiste più stabilità nei docenti”.
“I docenti di scuola media sono quelli in cui il tasso di precariato è più alto (30%). Quasi il 60% degli insegnanti di sostegno della scuola media sono insegnanti precari. In dieci anni l’età media si è un po’ abbassata, da poco più di 52 anni a poco meno. I docenti italiani restano tra i più anziani d’Europa. Solo l’11% degli insegnanti ritiene di aver bisogno di ulteriore formazione”.
Il direttore della Fondazione, Andrea Gavosto, spiega poi le proposte portate avanti in seguito ai risultati del rapporto:
“Abbiamo quattro blocchi di proposte, la prima riguarda la qualità dell’insegnamento. I docenti devono avere un percorso superiore ai 24 cfu, si potrebbe adottare il sistema tedesco con dei master dopo la laurea. Lavorare sulla metodologia didattica ma anche fare pratica d’aula, cosa che da noi non avviene. Chiediamo di avere una prova d’ingresso molto selettiva basata sulle competenze didattiche dei futuri docenti. Un tema annoso è l’assenza di un obbligo di formazione di servizio. Ci dev’essere un momento in cui i docenti vengono vagliati sulle loro competenze didattiche. Il passaggio dalla primaria alla secondaria di primo grado è un passaggio difficile per gli studenti. Si ritorna a meccanismi di didattica frontale. I giovani adolescenti hanno bisogno di imparare la metacognizione, questa cosa succede poco nella scuola media. La possibilità delle materie opzionali è un altro tema. La scuola media non prepara alla scelta della scuola superiore. Ci vuole una didattica di orientamento, personalizzando i percorsi”.
Ancora Gavosto: “Altro tema l’estensione del tempo scuola. Quello che abbiamo in mente che la scuola di pomeriggio si faccia ma con attività trasversali come sport, musica, teatro, mantenendo di mattina lo sviluppo delle competenze di base. La scuola media per struttura è in piccolo (per organizzazione) la scuola superiore, è un tema antico. Il turnover riguarda soprattutto le medie con gli insegnanti che aspirano a spostarsi alle superiori, questa è una cosa che andrebbe corretta. Alcuni dei divari cominciano a emergere già nella scuola primaria”.
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