Fino a quando ci sarà la Costituzione, chiunque ostacola l’accesso a scuola ad un bambino va contro legge: lo ha ricordato il nostro direttore responsabile, Alessandro Giuliani, parlando a Radio Cusano il 15 ottobre sul caso delle mense e degli scuolabus di Lodi preclusi, per iniziativa del Comune, ad oltre 300 alunni appartenenti a famiglie extracomunitarie non in regola con i pagamenti, ma anche della decisione della regione Veneto di concedere i libri di testo delle scuole solo ai nuclei familiari che producono, oltre alla certificazione Isee, un certificato sul possesso di immobili o percezione di redditi all’estero rilasciato dalle autorità del Paese di provenienza.
“La scuola è aperta a tutti”
Sul caso Lodi, per i cui bambini stranieri sono stati raccolti dal Coordinamento Uguali doveri oltre 60 mila euro, Giuliani ha detto che “la gara di solidarietà è stata la risposta più bella che si poteva dare, in attesa del pronunciamento del Tar previsto per fine anno: nel frattempo, gli organizzatori dell’iniziativa hanno messo da parte un bel gruzzoletto che permetterà la frequenza di tutti gli alunni delle scuole locali”.
Sul pronunciamento dei giudici, il giornalista non sembra avere dubbi: “l’articolo 34 della nostra Costituzione” parla chiaro e “non fa distinzioni quando dice che la scuola è aperta a tutti e che l’istruzione inferiore è impartita per almeno otto anni, oltre che obbligatoria e gratuita”.
La mensa come “momento educativo”
E siccome la mensa è scuola a tutti gli effetti un “momento educativo”, oltre che lezione teorico-pratica di galateo, buone maniere, convivenza civile, socializzazione, condivisione, senso di gruppo – non si può negare il suo accesso ai bambini in età di scuola dell’obbligo.
“Inoltre – ha aggiunto il direttore – come Stato moderno dobbiamo rispettare le convenzioni internazionali e le prassi accoglienza. Il Governo lo ha compreso tardivamente: è intervenuto, ha messo una ‘toppa’, ma il buco che si sta creando è notevole”.
“Bisogna stare attenti perché – ha concluso il nostro direttiva – è una deriva che il Governo potrebbe pagare caro: forse occorrerebbe ragionare un po’ di più prima di arrivare a queste situazioni”.
Stipendi docenti europei? Basta spot: servono 10 miliardi di euro
Durante la puntata si è parlato anche dei possibili scenari che si andranno a determinare nei prossimi giorni per il concorso per dirigenti scolastici, per via del ricorso accolto per 91 docenti che hanno svolto la prova preselettiva in Campania; dei concorsi per docenti allo studio del Governo e della possibilità sempre più concreta di vedere presto 12 mila docenti specializzati di educazione motoria anche nella scuola primaria, anche loro da selezionare tramite procedura concorsuale.
Infine, Giuliani ha commentato le parole del vicepremier Luigi Di Maio rivolte agli studenti che hanno manifestato venerdì scorso, in particolare il passaggio sugli stipendi europei che i nostri docenti dovrebbero percepire: “basta con gli spot, occorrono 10 miliardi di euro”, ha tagliato corto il direttore ricordando la stima realizzata dalla Tecnica della Scuola per incrementarli del 20-25%, ovvero il gap attuale rispetto alla media Ue.