A fotografare per bene lo stato di limbo che sta vivendo in queste settimane la scuola italiana è Pino Turi, leader Uil Scuola.
Il sindacalista parla di “un’aria di attesa che non ci piace: troppi silenzi e rinvii a cui non ci rassegniamo”.
“In un paese in cui la politica è ferma – continua il sindacalista – forse in attesa di capire come si potrà evolversi, ogni attività è in balia di scelte tecniche. Il contratto sulla mobilità è frenato da estenuanti e anacronistiche procedure tecniche di autorizzazione”.
“Gli organici – continua – non sono ancora definiti, per gli stessi motivi. L’accordo per i passaggi da ambito a scuole è sospeso, in attesa di sciogliere gli ultimi nodi. Le deleghe, ancora aperte, devono essere definite. Il contratto di lavoro ancora bloccato”.
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“È una situazione che per la scuola, che ha tempi bene scanditi, diventa inaccettabile – sottolinea il segretario generale della Uil Scuola -: c’è bisogno di risposte e di risultati concreti, a partire dagli organici Secondo il ministro Fedeli, nella legge di Stabilità, ci sono le risorse per trasformare 25.000 posti dall’organico di fatto a quello di diritto. Una convinzione da noi condivisa – aggiunge Turi – che, pare non trovare ancora il consenso del MEF, che con la solita minuziosa analisi e con l’approccio ragioneristico, non si esprime sperando di risparmiare qualcosa”.
Ma “solo con i 25.000 posti si potrebbe garantire la continuità didattica e la possibilità di trasferimento per i tanti docenti ingiustamente trasferiti a causa degli errori politici (con l’approvazione di una legge senza che vi fosse un serio piano di fattibilità) e tecnici (con gli errori dell’algoritmo). Una sorta di quadratura del cerchio che darebbe il senso di un’inversione di tendenza”.
“Bisogna capire – conclude Turi – se questa volontà c’è: una vera volontà politica di correggere gli errori della 107 o sono solo tattiche dilatorie. Noi non staremo a guardare ed organizzeremo ogni iniziativa di mobilitazione ed azione sindacale, per raggiungere i risultati attesi”.
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