Parva favilla gran fiamma seconda? Noi, riterremmo di sì, confortati dalle note dell’allora Sig. Capo dello Stato Prof. Dott. On. Giorgio Napolitano (nota del 02/12/2006) e dell’allora Presidente della Camera On. Dott. Fausto Bertinotti (nota del 25/11/2006) che ci premuriamo di allegare.
Occorre preliminarmente porsi a fondamento del federalismo, l’esigenza primaria di attuarlo nel momento giusto, cioè non prima di averne creato le basi – come ad esempio caso Italia – attraverso una opportuna confederazione di Stati (al caso Europa), retta da leggi internazionali che ne costituiscano la sua Costituente. A tale processo di sperimentale formazione, farà seguito lo stato federale vero e proprio. Così, le varie esigenze degli stati, prima, e delle realtà regionali dopo,avranno scopi “irredentistici” *nel caso del recupero dell’unione.
Il confederalismo americano, dopo la guerra di secessione,ebbe un compito importantissimo: quello di unire lo stato americano attraverso federazione di stati autonomi di carattere pratico generale rappresentato da un governo centrale. Per la nostra Europa, quindi, occorrerà gradualmente studiare la conversione delle diverse realtà monetarie a quella di moneta unica, ben sapendo che ogni stato, porta con se, naturalmente, quelle scaturigini che sono proprio connaturate con la vita e la storia di ogni paese. Ma arrivare ad una moneta unica dovrà significare uguale potere di acquisto, eliminandosi, per il principio riccardiano, essendosi instaurato un regime di libera concorrenza, in costanza di ordinarietà, quel tornaconto proprio di un impulso di configurazione patologicamente più capitalistico; ne consegue che la rendita, il reddito e il salario, saranno gli elementi di integrazione economica delle varie appartenenze europee, riconducendosi moralmente al principio del baratto in forza del quale il prodotto degli scambi,sarà tanto più salutare,quanto più si avvicinerà al concetto di bene d’uso e non di valore di scambio. Secondo la classica distinzione fattane da Adamo Smith. Ma perchè poi, un tentativo di federalismo sia da porsi in essere, rispetto ad altro tipo di rappresentazione, occorrerà rispettare alcune condizioni. In un primo luogo, vedere come si presentano gli stati a regime federale, cominciando, quindi, dagli Stati Uniti d’America che, per l’attuazione intervenuta, offrono l’immagine di uno stato con forte salute socio-economico-culturale. Ora, il piano di federalismo previsto dal nostro intento, nel suo assunto, costituisce la chiave di volta del vero concetto di integrazione socio-economico. Così, il Piemonte, per le realtà proprie, troverà, ad esempio, nella Calabria, la sua naturale propaggine, per quanto di suscettiva ricchezza di integrazione possa deficitare nel primo o nella seconda e, ritenendo nelle due entità di poter reperire, come per le altre otto aggregazioni, le linfe necessarie e così rispondere all’eterna questione, irrisolta, delle varie sperequazioni locali. Federalismo implica, come condicio sine qua non, autonomia legislativa ed amministrativa, e capacità di ricerca socio-economico-culturale. Si avrà quindi, unione e non frammentazione o divisione, essendosi, oramai, per consolidata esperienza, ritenuto che la libertà dalla schiavitù del bisogno, aggreghi gli stati e non li divida! Così, il nuovo sistema, attua la riduzione delle giornate lavorative e pone preminente importanza al tempo libero, utilizzato e tesaurizzato. Ciò ha costituito sempre, un dato di benessere inconfutabile. Pur non potendosi stabilire un tetto alle entrate, il sistema propugnato induce ad un’attenta riflessione sulla spesa pubblica. Gli sperperi, i sollazzamenti finanziari, saranno rigorosamente controllati ora per ora; questo è l’aspetto più importante del sistema del federalismo. La questione del mercato comune, non dovrà essere il fine ultimo, ma l’ultima spiaggia, perché possa il lavoro dei campi dell’agricoltura, riprendere la sua naturale funzione: aumentare il prodotto interno in tutte e tre le direzioni, ecco il principio informatore, vero timoniere di una sana economia.
Ora, se si guarda all’Austria, agli Stati Uniti d’America, alla Svizzera, ai cantoni francesi, cercando di scrutarne i più intimi fatti storici, si rileverà che l’idea federalistica è stata ampiamente gratificante. Per queste ragioni, intendendo adottare il sistema più volte ricordato, occorre ripetersi che, lungimiranza, concretezza e capacità, possono risolvere i problemi delle varie aggregazioni laddove, per converso, genericità e forme tecnocratiche incoerenti, possono essere l’aspetto negativo del federalismo.
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