In Italia si discute da tempo sull’inizio dell’obbligo scolastico a tre anni, che dovrebbe cominciare nel 2023, in un contesto come quello nazionale in cui i dati indicano un 5% di piccoli che comunque non frequentano la scuola dell’infanzia.
Il dibattito è acceso anche sui numeri di iscritti tra scuole pubbliche, circa un milione, e paritarie, circa cinquecentomila. L’Italia si colloca anche tra i paesi del continente con uno dei tassi più alti di accesso alla scuola dell’infanzia, il 95% circa, mentre la media europea si aggira intorno al 70%.
Secondo la ricerca più recente della rete Eurydice Compulsory education in Europe, pubblicata da EACEA (Education, audiovisual and culture executive agency) nel 2019,nella maggior parte dei sistemi educativi europei, l’istruzione obbligatoria inizia con la scuola primaria, a 6 anni. Tuttavia, la frequenza di almeno l’ultimo anno di istruzione pre-primaria è obbligatoria in 12 sistemi educativi, cifra che sommata al numero di Paesi dove l’obbligo è ancora più precoce, porta la percentuale di bambini e bambine in aula prima della primaria a quasi il 50% del totale della popolazione scolastica europea sotto i sei anni.
L’indagine di Eurydice ha preso in esame i sistemi scolastici di 38 paesi, considerando quelli che prendono parte al Programma Erasmus plus, ovvero tutti i paesi dell’Unione Europea, compreso il Regno Unito che sino a dicembre 2020 ne ha fatto parte, oltre ad Albania, Bosnia Erzegovina, Islanda, Svizzera, Liechtenstein, Nord Macedonia, Montenegro, Norvegia, Serbia e Turchia.
Nella maggior parte dei sistemi educativi europei, l’istruzione obbligatoria inizia con quello che è stato definito come livello 1, secondo l’International Standard Classification of Education ISCED, intorno ai sei anni, tuttavia, la frequenza di almeno l’ultimo anno di istruzione pre-primaria (livello ISCED 0) è obbligatoria in diversi sistemi educativi del continente.
Vediamo allora in dettaglio dove e a che età i più piccoli diventano effettivamente e per legge parte del sistema educativo nazionale.
Tra i primi a cominciare con l’obbligo sono i giovanissimi francesi, che dal settembre 2019 entrano in classe a 3 anni, e come loro anche gli ungheresi.
In Lussemburgo, Cipro, Irlanda del Nord, Grecia e Svizzera l’obbligo comincia a quattro anni. In particolare, in Svizzera la frequenza della scuola dell’infanzia varia da Cantone a Cantone: in alcuni Cantoni della Svizzera tedesca i Comuni adottano una forma di ciclo di entrata (Grundstufe o Basisstufe). Questa forma organizzativa prevede la frequenza della stessa classe da parte di bambini di età compresa tra quattro ed otto anni e tra quattro e sette anni. Nella Svizzera romanda i due anni della scuola dell’infanzia sono ascritti al cycle 1, che dura quattro anni.
Nel Canton Ticino, oltre ai due anni di scuola dell’infanzia obbligatoria, è previsto un anno facoltativo a partire dai tre anni di età. Per quanto riguarda la Grecia l’obbligo a 4 anni è stato introdotto di recente, nell’anno scolastico 2018/19. A Cipro in realtà l’obbligo comincia dopo i 4 anni e 8 mesi.
Numerosi sono i bambini europei che entrano nel sistema obbligatorio a cinque anni, tra cui i piccoli cittadini di Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Cipro, Lettonia, Malta, Galles, Scozia, Inghilterra e Paesi Bassi. Nel dettaglio in Nord Macedonia, in Serbia e Turchia i bambini devono comunque aver superato il quinto anno e mezzo d’età per l’obbligo.
In tutti gli altri paesi, Italia compresa, i bambini e le bambine entrano a scuola a sei anni, con l’unica eccezione dell’Estonia dove l’obbligo inizia a sette anni.
Per saperne di più si può consultare il volume di Eurydice Italia, pubblicato nel 2020
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