È consistente la lista dei danni arrecati al liceo romano Virgilio a seguito dell’occupazione studentesca dei giorni passati durata ben 12 giorni: da una stima realizzata a seguito sopralluoghi attuati dal personale tecnico inviato dalla Città metropolitana di Roma per rimettere in sesto l’istituto superiore romano, al momento non agibile tanto che le lezioni stanno proseguendo con la didattica a distanza, serviranno non meno di 60 mila euro. Oltre la metà della somma servirà per risanare i danni derivanti da manomissioni e sabotaggi riscontrati all’interno della scuola, oltre che per ripristinare il corretto funzionamento dell’impianto antintrusione e dell’impianto antincendio. Per effettuare tinteggiature, revisione di infissi e riprese murarie, serviranno altri 28 mila euro.
I servizi igienici, invece, sono stati già ripristinati direttamente dall’istituto superiore che ha utilizzato fondi propri.
“Purtroppo spendere 60 mila euro per questi lavori significherà sottrarre risorse ad altre scuole”, ha commentato il delegato all’Edilizia scolastica della Città metropolitana, Daniele Parrucci, che poi ha specificato che “un conto è manifestare il proprio dissenso un conto è vandalizzare”.
Nei giorni passati anche il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, aveva commentato l’accaduto parlando di barbecue messi su nella scuola bruciando suppellettili del liceo e ricordando che con le nuove norme “chi rompe paga” perché “ridurre in queste condizioni una scuola non è lotta politica, ma è teppismo, a danno degli studenti e dei cittadini”.
Anche la preside del liceo Virgilio, Isabella Palagi, ha fortemente condannato l’accaduto ringraziando “il personale della scuola sta facendo un grande lavoro di squadra per recuperare la normalità gestionale. Un segnale importante di maturità e senso civico arriva dagli studenti che proprio in queste ore hanno offerto anche la loro collaborazione fattiva nelle attività necessarie”.
Gli studenti che hanno occupato l’istituto capitolino, però, smentiscono di essere i responsabili dei danni: “I roghi che vengono menzionati” durante l’occupazione al Virgilio, “non sono stati fatti sui banchi o altro ma in sicurezza dietro a una rete di ferro che c’è in cortile e i gravi danni a scuola c’erano anche prima”, hanno confermato all’Ansa alcuni studenti del liceo.
Gli stessi studenti precisano che “l’allarme antincendio non funziona da due anni e le infrastrutture dei bagni sono danneggiate da molto tempo, per non parlare delle infiltrazioni e del tetto”.
I giovani occupanti sostengono anche di possedere “le foto dei danni non riparabili dagli studenti” e inoltre precisano che durante l’occupazione del liceo hanno “riparato le porte dei bagni, cercato di sistemare i wc e tutto ciò che é stato danneggiato o era già danneggiato in precedenza da anni“.
Sempre nei giorni passati, una parte dei genitori degli studenti del liceo Virgilio di Roma aveva ampiamente giustificato l’occupazione dell’istituto superiore, accusando anche il collegio dei docenti, su iniziativa della dirigente scolastica, di avere sbagliato ad organizzare il 2 dicembre una “contro occupazione” silenziosa in piazza Santi Apostoli. E la linea difensiva delle famiglie rispetto ai figli che hanno occupato la scuola stata reiterata anche nelle ultime ore.
Sempre il 2 dicembre, mentre stava per iniziare un’assemblea degli studenti occupanti insieme ai genitori, una madre avevano anche dichiarato all’Ansa: “Le occupazioni che facevamo noi erano l’opposto rispetto a quelle che fanno i ragazzi oggi. Adesso sono organizzate e costruttive, hanno l’intenzione di migliorare la scuola e il dialogo con la preside che invece si trincera dietro a un muro”.
Chissà se anche adesso, dopo la conta dei danni procurati a seguito dell’occupazione di quasi due settimane del liceo romano, la donna potrà dire ancora che oggi le occupazioni degli istituti sono “organizzate e costruttive” perchè “hanno l’intenzione di migliorare la scuola”.
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