Il Diritto di apprendere. Nuove linee di investimento per un sistema integrato, il recente saggio della nostra collaboratrice Monia Alfieri, scritto insieme con Marco Grumo e Maria Chiara Parola, Giappichelli Editori, e con prefazione della ministra dell’istruzione Stefania Giannini, intende mettere all’attenzione dei sui lettori il ruolo determinate che la scuola paritaria ha all’interno del nostro sistema di istruzione. Non si tratta più, secondo gli autori, di vedere nella scuola privata una sorta struttura antagonista al pubblico, ma una istituzione che in piena libertà e autonomia possa svolgere, così come avviene nel resto d’Europa, un ruolo del tutto paritario a quello statale, anche perché entrambe sono scuole dello Stato e a entrambe, si legge nel libro, aspettano similari finanziamenti. Perché il nodo cruciale sono proprio le risorse. Infatti una famiglie che iscrive il proprio figli alla privata spende molto di più, sia per la tassazione ordinaria (che serve a finanziare anche la scuola pubblica) e sia per le rette che deve pagare cosicchè si possano fornire tutti i servizi di cui gli alunni hanno diritto.
Da qui la proposta di “passare ad un sistema di finanziamento maggiormente centrato sullo studente, come ad esempio già si verifica in Sanità, dove il singolo cittadino italiano gode da anni di un finanziamento pubblico “a prestazione”, che può indirizzare liberamente verso una struttura sanitaria pubblica o una struttura sanitaria accreditata, da lui preferita rispetto alle altre. Analogamente, anziché il ricorso ad un finanziamento indistinto delle strutture scolastiche, potrebbe essere sperimentato il meccanismo del “finanziamento ad personam” (per allievo), diverso per Corsi e Gradi e per differenti condizioni personali dello studente, il quale potrà decidere di spenderlo liberamente nelle strutture scolastiche pubbliche, statali o paritarie, di suo gradimento. Questo finanziamento per allievo potrebbe essere commisurato al costo standard di sostenibilità per allievo, cioè quel costo (reale e non teorico), che una struttura scolastica statale o paritaria sosterrebbe annualmente (per ciascuno studente), qualora essa operasse secondo precise condizioni di qualità, efficacia, efficienza, inclusione e sostenibilità economica dei processi. Il costo standard di sostenibilità – al di là e oltre i benefici effetti sulla spesa pubblica – costituisce il principale strumento di innovazione del sistema della scuola pubblica italiana, paritaria e statale: uno strumento di vera libertà di scelta educativa in un pluralismo formativo, governato dalla preferenza degli studenti e delle loro famiglie.
LA TECNICA DELLA SCUOLA E’ SOGGETTO ACCREDITATO DAL MIUR PER LA FORMAZIONE DEL PERSONALE DELLA SCUOLA E ORGANIZZA CORSI IN CUI È POSSIBILE SPENDERE IL BONUS.
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Si tratta di un costo standard diverso per ciascun grado di scuola (infanzia, primaria, secondaria di primo grado, secondaria di II grado con le sue tipologie), uguale per le scuole pubbliche paritarie e statali, differenziato rispetto alle esigenze degli studenti più deboli (ad esempio gli studenti portatori di handicap) e naturalmente dei disagiati; un parametro che riconosce anche la necessità di tutte le scuole di fare investimenti continui e che incentiva doverosi comportamenti di efficienza e di sostenibilità economica”.
Ma a quanto ammonterebbe il finanziamento?, si chiedono gli autori
“Il finanziamento per allievo rappresentato dal costo standard di sostenibilità (non ricevuto dallo studente, ma erogato direttamente alla scuola prescelta), varia chiaramente a seconda del grado di scuola. Ad esempio, il “prezzo” che lo Stato dovrebbe pagare all’anno per ogni studente della scuola dell’infanzia paritaria o statale sarebbe di € 4.573,91 (se si stratta di uno studente appartenente a una famiglia non abbiente) e di euro 3.201,73 (per gli altri studenti). Il finanziamento sarebbe invece di € 5.369,58, se nella classe è presente uno studente con handicap.
Le cifre per la scuola primaria paritaria o statale sarebbero di € 4.851,19 annui (se si stratta di uno studente appartenente a una famiglia meno abbiente) e per la scuola secondaria di primo grado (statale e paritaria) il costo annuo da finanziare sarebbe di € 6.968,90 per ogni studente (non abbiente), mentre i costi relativi al liceo scientifico sarebbero: per il biennio € 6.143,58 per studente (non abbiente) e triennio € 6.452,10 (che diventano rispettivamente di € 7.069,13 ed € 7.377,64 se in classe è presente uno studente disabile). Con riferimento agli altri licei, si hanno valori più o meno simili.
Un calcolo questo confermato anche da altri osservatori, benchè proprio la Fondazione Agnelli, tempo fa, sosteneva che spalmando gli alunni delle paritarie nelle scuole pubbliche, il costo per il Miur rimarrebbe pressoché uguale, in quanto si tratterebbe di aggiungere qualche unità ulteriore nelle scuole dello Stato. Un dato da verificare anche questo, ma che la scuola privata in Italia abbia vita difficile è un dato sul quale bisogna interrogarsi e sul quale il dibattito si dovrebbe aprire senza steccati ideologici che non appartengono solo ai sostenitori del pubblico ma anche ai crociati delle paritarie.
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