Anche il Capo dello Stato dice la sua sulle polemiche per la decisione presa dal Consiglio d’Istituto della scuola comprensiva statale Iqbal Masih di Pioltello di fermare le lezioni il prossimo 10 aprile, giornata di fine Ramadan: nei giorni scorsi, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella si era rivolto la vicepreside Maria Rendani, vicepreside della scuola del milanese, nominata due anni fa proprio da Mattarella cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica. “Chiedo a Mattarella di intervenire, di venire a Pioltello a sostenerci – ha detto ai microfoni del TgR Lombardia – perché ci sentiamo soli. Lui è l’unico che può scrivere la parola fine in questa triste storia. Come posso ritrovare la forza e il coraggio di insegnare ai miei alunni che lo Stato italiano difende i cittadini?”. Quella di fermare le lezioni, aveva ribadito la prof, “è una scelta didattica. Non ha nulla di ideologico, nulla di religioso. Non abbiamo voluto inserire alcuna festività, non vogliamo togliere l’identità a nessuno e non vogliamo sopprimere nessuna cultura”.
Dopo alcuni giorni è arrivata la risposta del Capo dello Stato: “Ho ricevuto e letto con attenzione la sua lettera e, nel ringraziarla – ha spiega Mattarella – desidero dirle che l’ho molto apprezzata, così come – al di là del singolo episodio, in realtà di modesto rilievo – apprezzo il lavoro che il corpo docente e gli organi di istituto svolgono nell’adempimento di un compito prezioso e particolarmente impegnativo“.
Intanto, però, dai membri del Consiglio d’Istituto della scuola lombarda giungono segnali di insofferenza: la pressione mediatica e gli schieramenti opposti devono avere creato nel personale scolastico e nei genitori non poco stress: chiedono, quindi, di rispettare la conferma, con la nuova delibera, di mantenere lo stop delle lezioni il 10 aprile (assieme a venerdì 26 aprile, un venerdì di ‘ponte’ dopo la festività per la ricorrenza della Liberazione) e di rinunciare a due giorni di chiusura previsti lo scorso maggio (lunedì 29 e martedì 30 aprile).
L’obiettivo, hanno scritto sempre i componenti del Consiglio d’Istituto della scuola Iqbal Masih di Pioltello, è potere “tornare a vivere con tranquillità la scuola” e di Il caso, però, ha assunto una connotazione sempre più politica: il parlamentare Riccardo De Corato, di Fratelli d’Italia, ha detto che quanto accaduto è “qualcosa di inverosimile” e ha annunciato una interrogazione al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, per sapere come intenda procedere.
Secondo il presidente della Lombardia Attilio Fontana chiudere per la fine del Ramadan però è una scelta “assolutamente fuori luogo”.
Affonda anche l’eurodeputata leghista Silvia Sardone, per la quale “non è detto che per rispettare” le feste religiose “si debba chiudere una scuola. Si possono rispettare anche in un altro modo mi sembra” ha osservato. È una “scelta scandalosa” di “integrazione al contrario“.
Nei giorni passati aveva voluto dire la sua anche il presidente del Senato Ignazio La Russa: “Se una Regione deciderà che il giorno in cui si festeggia la Pasqua ebraica o il Ramadan è festa, allora ci inchineremo. Finché questo non c’è è sbagliato pensare che sia giusto quello che ha fatto l’istituto di Pioltello”.
Più moderato era stato, invece, il ministro dell’Istruzione e del Merito: “La vera inclusione negli istituti ad alta presenza di studenti stranieri – ha sottolineato il professor Giuseppe Valditara, anche ai nostri microfoni e poi qualche giorno dopo Milano – si realizza con nuove forme di potenziamento della didattica e con più adeguati criteri di formazione delle classi”, ha detto Valditara che ha espresso la sua solidarietà al preside bersaglio di insulti e minacce ma ha anche attaccato “chi ha cercato di strumentalizzare l’operato degli uffici del Ministero in modo scomposto e indegno. Si è arrivati a parlare di razzismo e di islamofobia. Parole gravi e irresponsabili, soprattutto in un periodo gravido di tensioni”, ha concluso il Ministro annunciando anche la volontà di recarsi di persona Pioltello.
Gli ispettori lo scorso 18 marzo, ha invece ricordato il Consiglio di istituto in una lunga nota, hanno trovato alcune irregolarità nella delibera. Ma la nuova delibera dovrebbe avere sanato tutto. Almeno sperano.
E sottolineano che quella presa lo scorso mese di maggio è stata una decisione “nata spontaneamente” all’interno dell’organismo stesso con motivazioni “coerenti con il diritto all’educazione e all’istruzione” e che deriva “dalla considerazione operata dal Collegio Docenti”. I componenti del Consiglio d’istituto hanno anche annunciato che il 21 maggio per la Giornata mondiale della Diversità Culturale la scuola organizzerà un dialogo “sui temi dell’inclusione, dell’interazione tra culture e del confronto tra religioni”.
“La nostra abilità di raggiungere l’unità nella diversità sarà la bellezza e il test per la nostra civiltà”, hanno concluso citando il Mahatma Gandhi.
Nei giorni scorsi erano stati svariati i messaggi di solidarietà a loro rivolti, soprattutto a livello locale: i circa 200 insegnanti di Pioltello, che si sono detti in maggioranza “aggrediti dallo Stato“, hanno ricordato in più occasioni che oltre il 40% degli alunni è straniero e molti nel giorno di Eid Al Fitr sarebbero comunque rimasti a casa. Anche tre parroci si sono schierati con il Consiglio d’Istiutto. E adesso pure il Capo dello Stato.
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