Come era facilmente prevedibile la vicenda della sospensione delle lezioni nella scuola di Pioltello è ormai esplosa e fuori controllo e, soprattutto, si sta rivelando un vero e proprio boomerang nei confronti del Ministero e del leader della Lega Matteo Salvini.
Dopo la richiesta dell’Usr Lombardia al dirigente scolastico di far rivedere la delibera al consiglio di istituto il preside ha fatto sapere che provvederà far riesaminare la decisione.
Ma c’è un fatto nuovo piuttosto importante; in queste ore, infatti, i docenti della scuola hanno sottoscritto una lettera inviata al giornale locale “Prima Lamartesana” con parole dure: “Come lavoratori della Scuola ci sentiamo offesi e maltrattati, in questi giorni siamo calpestati nei valori e nella dignità. ‘Chi aggredisce un dipendente di una scuola aggredisce lo Stato’ ha dichiarato il Ministro Valditara poco tempo fa, ma da giorni ci sentiamo aggrediti e non tutelati dall’ondata di odio generata su stampa e social anche da parte di esponenti politici”.
Probabilmente Salvini e altri esponenti del suo partito hanno fatto male i conti e hanno pensato che, alla fin fine, nella verde Lombardia c’è un bel po’ di gente che vota Lega e che simpatizza per l’attuale Governo e quindi in molti sarebbero stati ben contenti del tentativo del Ministero di ripristinare l’ordine impedendo ad una scuola di sospendere le lezioni in occasione di una ricorrenza islamica e del tutto estranea alla “tradizione giudaico-cristiana” che viene tirata in ballo – spesso a sproposito – per difendere una “italianità” che, nei fatti, sta cambiando giorno dopo giorno.
Forse i difensori della “tradizione” non si sono accorti che a Pioltello, ma anche in tante altre città del nord, in mancanza di islamici, induisti e confuciani il calo demografico sarebbe devastante e gli organici del personale scolastico ne risulterebbe pressoché dimezzati.
Senza alunni stranieri nell’hinterland milanese (e non solo) si ritornerebbe forse persino alle “scuole rurali” dell’immediato dopoguerra e le pluriclassi diventerebbero la regola.
Di questo dato le comunità locali hanno preso atto da tempo ed è anche per questa ragione che non sempre i “proclami anti-stranieri” di Salvini e di Valditara (si veda l’ultima sortita sulle classi per alunni non italiani) vengono accolti con il favore sperato dalle scuole, dai docenti e dalle stesse famiglie.
Sotto il profilo più strettamente tecnico va detto che il preside della scuola ha già annunciato di voler chiedere al consiglio di rivedere la delibera; ma, per come si sono messe le cose, è molto probabile che il consiglio confermi le decisioni già prese: del consiglio fanno parte anche i docenti che, avendo firmato la lettera di cui abbiamo detto, non sembrano intenzionati a tornare sui propri passi; forse la delibera potrebbe essere ritoccata ma non è detto che venga eliminata la sospensione delle lezioni per il giorno del 10 aprile.
A quel punto l’Amministrazione scolastica avrebbe una doppia via d’uscita: rivolgersi al TAR (ma sarebbe paradossale che il Ministero chiedesse al TAR di annullare una delibera della propria amministrazione stessa) oppure potrebbe sciogliere il consiglio di istituto per “gravi irregolarità” come previsto dalla normativa (e in tal caso sarebbe un vera e propria “vittoria di Pirro”).
Insomma, sul caso di Pioltello si profila una débacle su tutta la linea che potrebbe avere ripercussioni politiche significative e che probabilmente si sarebbe potuta evitare se si fosse gestito il caso con un po’ più di accortezza.
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