Uno dei temi che ricorre sempre più frequentemente nel dibattito politico sul sistema scolastico è quella della “difesa della scuola pubblica”.
“Da sinistra” lo slogan viene utilizzato soprattutto per ribadire la necessità che i finanziamenti statali si concentrino sulla scuola statale (o addirittura riguardino esclusivamente questo settore).
In realtà il termine “scuola pubblica” contiene un equivoco di fondo che risale almeno all’anno 2000 quando venne approvata le legge 62 “Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione”.
Il primo comma dell’articolo 1 stabilisce che “il sistema nazionale di istruzione, fermo restando quanto previsto dall’articolo 33, secondo comma, della Costituzione, è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali”.
Il terzo comma recita: “Le scuole paritarie, svolgendo un servizio pubblico, accolgono chiunque, accettandone il progetto educativo, richieda di iscriversi, compresi gli alunni e gli studenti con handicap”.
E, se si va a leggere il ricco dibattito che si svolse sia al Senato sia alla Camera, si ha la conferma che i parlamentari, di maggioranza e di opposizione, erano ben convinti che per sistema pubblico si dovesse intendere l’intero sistema scolastico comprensivo di scuola statale e scuola non statale paritaria.
Tra l’altro, la lettura degli atti parlamentari, riserva anche qualche piccola sorpresa. Come per esempio quella relativa alla posizione espressa al Senato da Piergiorgio Bergonzi che nel 1996 era stato eletto nelle liste del Partito di Rifondazione Comunista e che all’epoca del dibattito faceva parte della componente Comunista del Gruppo Misto.
Bergonzi sostenne che la proposta della maggioranza “costituisce un giusto compromesso, che rispetta la Costituzione ed evita la degenerazione del sistema scolastico in sistema privatizzato, ed i comunisti daranno pertanto il loro appoggio”. Le cronache raccontano che questo intervento riscosse l’applauso non solo degli altri Comunisti del Gruppo Misto ma anche le congratulazioni dei senatori DS.
Il termine “scuola pubblica” nasce insomma nell’equivoco ed è del tutto normale che ancora oggi sia al centro del dibattito politico sul sistema scolastico nazionale.
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