Contro le politiche economiche del Governo Meloni e l’autonomia differenziata in arrivo, dopo Bologna e Milano, i sindacati Confederali scendono in piazza per il terzo sabato consecutivo anche a Napoli: secondo le stime del sindacato, alla mobilitazione interregionale – organizzata da Cgil, Cisl e Uil – si sono ritrovati sul lungomare di Napoli circa 50 mila lavoratori e pensionati giunti dalle Regioni del Centro-Sud: Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia. La manifestazione ha ribadito il ‘no’ del sindacato all’autonomia differenziata, alle risposte tiepide di chi governa di fronte all’emergenza del Meridione, alla disoccupazione giovanile che costringe i ragazzi ad emigrare e alla mancata emancipazione delle donne.
La Cgil – scrive l’Ansa – ha sfilato da sola in corteo, con Maurizio Landini in testa, da piazza Vittoria al palco alla Rotonda Diaz dove sono saliti gli altri due leader sindacali.
“Noi oggi siamo qui, a Napoli – ha detto Landini – proprio per dire che è il momento di unire il Paese, non di dividerlo. L’autonomia differenziata è la strada sbagliata, c’è bisogno che si fermino, che tornino indietro. Le disuguaglianze sono aumentate e il Mezzogiorno ha pagato un prezzo doppio”.
“Negli ultimi venti anni – ha ricordato il numero uno della Cgil – un milione e 200mila giovani se ne sono andati dal Mezzogiorno per andare in giro per l’Europa o da altre parti a cercare lavoro e in buona parte questi sono anche laureati, quindi, questo ha determinato un processo di impoverimento”.
Sempre per rimarcare l’ostilità del sindacato contro i modelli differenziati dei servizi pubblici, tra cui Scuola e Sanità, da realizzare sulla base delle peculiarità e potenzialità regionali, Landini ha inviato una “stoccata” finale all’Esecutivo guidato da Giorgia Meloni: “La Costituzione va applicata, non va cambiata“.
“Lo diciamo oggi – ha rimarcato Luigi Sbarra, leader della Cisl – ancora una volta, da una delle capitali più importanti del nostro Sud e del Continente” quale è Napoli: “non accetteremo mai riforme che indeboliscano l’unità e la coesione nazionale. L’autonomia differenziata presuppone risorse certe per infrastrutture, servizi pubblici, sviluppo, energia, coesione. Non è autonomia ma è egoismo, se lascia indietro i più deboli”.
Secondo Pierpaolo Bombardieri, segretario generale Uil, “questo Paese ha grandi diseguaglianze territoriali: chiediamo al Governo di intervenire prima su queste diseguaglianze nel percorso verso l’Autonomia regionale. I cittadini hanno tutti il diritto di avere allo stesso modo l’assistenza sanitaria, l’istruzione, il lavoro. Tutto deve essere allo stesso modo in Campania, Calabria, Puglia, Lombardia e Veneto. Questa è l’emergenza. Poi possiamo parlare dell’autonomia differenziata”.
Anche a Napoli i sindacati non hanno escluso il ricorso allo sciopero generale: “l’importante è che il governo cambi queste politiche, se questo non avviene, noi intendiamo proseguire, useremo tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione”, ha specificato Landini.
“Vediamo prima di capire i comportamenti e la disponibilità del Governo: al centro della nostra mobilitazione abbiamo messo l’intento di riannodare i fili del dialogo e del confronto con l’esecutivo. Se le risposte arriveranno bene, diversamente il sindacato non starà con le mani in mano“, ha sottolineato Sbarra.
Meno possibilista sullo sciopero è sembrato Bombardieri, che ha chiesto “interventi strutturali: pensiamo che siano temi su cui il governo deve ancora confrontarsi e decidere. Senza confronto la mobilitazione continua. Lo sciopero non l’abbiamo rimosso dai nostri vocabolari, ma continuiamo a dire che lo sciopero è un giorno, invece noi abbiamo bisogno di una mobilitazione lunga che ci permetta di continuare a parlare con la nostra gente, di avere questi grandi risultati”.
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