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Scuola sempre più multietnica: in 2 classi su 3 iscritto almeno uno straniero

Le aule scolastiche italiane si popolano sempre più di alunni e studenti stranieri. Il dato emerge dall’identikit del bambino fatto dall’Eurispes e da Telefono Azzurro nel nono rapporto nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza, presentato il 18 novembre a Roma. Al di là dei numeri e delle percentuali di incremento è molto significativo il fatto che oggi in quasi due classi italiane su tre, il 61,6%, è iscritto almeno un bambino non italiano. Come emblematico è il fatto che nel 25,8% dei casi si tratta di realtà scolastiche che ospitano quattro (4,6%) o più (21,2%) bambini di diversa nazionalità.
Secondo l’indagine, svolta all’interno del mondo scolastico e che ha interessato circa 6 mila bambini e ragazzi in 41 istituti di ogni ordine e grado, in assoluto la presenza di bimbi stranieri nelle classi è maggiore nel Nord-Ovest e nelle Isole, mentre sono presenti più di quattro bambini di nazionalità straniera nelle aule scolastiche nel Nord- Ovest (42,7%) e nelle Isole (34,6%), seguite dalle regioni del Nord-Est (21,9%). Nel Centro Italia, invece, è particolarmente elevata la percentuale di aule nelle quali non vi è alcun bambino proveniente da altri paesi europei o extra-europei (51,2%). Si discostano, con il 5,3% in meno, le regioni del Sud e le Isole, entrambe con una percentuale pari al 45,9%.
Al di là delle polemiche e delle opinioni sembra poi che, almeno a sentire i diretti interessati, il grado di integrazione degli alunni stranieri sia tutt’altro che difficoltoso: tanto che nel 66% dei casi, dopo aver superato l’iniziale e fisiologico periodo di adattamento, si sentono perfettamente a loro agio in classe. A trovare difficoltà con i compagni sarebbero appena l’8,3%. E solo l’1,4% lascerebbe la scuola a causa di questo tipo di problematiche.
Risultati che, sempre per i curatori della ricerca, vanno ricondotti principalmente all’opera di integrazione svolta attraverso progetti ad hoc attivati all’interno di ogni singola scuola: nel 52,6% dei casi sono infatti gli istituti ad aver organizzato iniziative che facilitano l’accoglienza e l’inserimento dei bambini provenienti da altri paesi. Solo nel 10,9% delle volte si è constatata la mancanza di questo tipo di progetti.
E se la cultura dell’accoglienza è particolarmente sentita nelle scuole del Nord-Ovest (62,2%) del Paese, l’opera di orientamento e ospitalità non sembra però dare ancora buoni frutti: ancora una volta il quadro nazionale non risulta omogeneo e le regioni italiane nelle quali i bambini provenienti da paesi stranieri incontrano maggiori difficoltà iniziali nell’inserimento a scuola sono proprio quelle del Nord-Ovest (71,2%). E’ qui, in aree come quelle del Veneto e del Trentino, che si farebbe quindi maggiore opera di accoglienza. Seguono le Isole (65,5%) e il Nord-Est (65%). Assai più ridotte difficoltà di inserimento scolastico ed integrazione culturale sembrano, almeno in apparenza, essere presenti invece al Sud (con il 19,1%) e al Centro (con il 14%). Complessivamente solo il 3,4% dei bambini intervistati si è dimostrato indifferente nei confronti dei compagni stranieri, oppure prova del fastidio (1,3%) o peggio ancora paura o antipatia (1%).
Alessandro Giuliani

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