Torniamo a parlare dell’ipotesi che la valutazione formativa prenda il posto di quella sommativa e strettamente numerica. In proposito, il liceo Morgagni, a Monteverde, a pochi passi da Trastevere a Roma, ormai da sette anni porta avanti la sua sperimentazione innovativa: interrogazioni senza voti, pochi compiti a casa, tanto lavoro in gruppo e autovalutazione.
“Siamo stati la prima classe in assoluto”, racconta Sofia Schiavone, 20 anni, ex alunna del liceo. “Ora all’università mi sta servendo tantissimo: soprattutto il fatto di aver imparato a lavorare in gruppo. E credo mi servirà ancora di più in futuro”. Oggi è una brillante studentessa di Economia e gestione dei servizi alla Cattolica di Roma. “I miei genitori sono molto contenti. Anche perché alle elementari e medie ho vissuto situazioni molto stressanti e questo mi aveva un po’ fatto passare la voglia di studiare. Questa sezione mi ha dato molto. Perché non devi studiare per il voto, ma perché è tua responsabilità“.
“Secondo noi con questo metodo ragazzi e ragazze sono molto più sereni”, spiega Enzo Arte, professore di matematica e fisica e tra i docenti che hanno voluto proporre la sperimentazione sette anni fa a dirigente e consiglio di istituto. “Abbiamo seguito quello che dicono pedagogisti, neuroscienziati e psicologi – continua il prof -ovvero che l’educazione tra pari funziona bene. Per questo lasciamo molto spazio in classe per interagire”. E c’è già chi replica il modello romano.
Valutazioni descrittive e autovalutazione
Al posto del voto numerico l’utilizzo di valutazioni descrittive, come accade nelle scuole primaria. “In gergo si chiamano ‘orientanti’ – prosegue Enzo Arte – perché devono orientare ragazzi e ragazze su quello che stanno facendo e su come lavorare meglio”. Ma di particolare importanza è l’autovalutazione, che permette ai ragazzi e alle ragazze, sempre in maniera descrittiva, di rendersi consapevoli dei propri percorsi di apprendimento e responsabili di quanto raggiunto.
E alla fine del quadrimestre?
Certo è che per legge alla fine del quadrimestre un voto in pagella deve pur esserci, ma diventa “la sintesi numerica del percorso in classe”, racconta Sofia.