Fa discutere la notizia della apertura a Torino di una scuola privata in cui saranno aboliti voti, compiti a casa e zainetti pieni di libri.
In realtà l’idea non è affatto nuova, è da anni che in varie parti d’Italia si sperimentano modelli analoghi. A suo tempo esperienze importanti vennero condotte da grandi maestri del passato, da Bruno Ciari a Mario Lodi e anche da Don Milani nella scuola di Barbiana.
Ma questa volta è diverso: ad appropriarsi di un modello di scuola considerato da sempre innovativo e progressista è adesso una scuola privata.
E così c’è già chi, fra le righe, parla di concorrenza sleale o più semplicemente dice che allora alle scuole private bisogna togliere ogni forma di contributo statale.
Non sappiamo con precisione se la scuola privata in questione abbiamo già ottenuto il riconoscimento di scuola paritaria, perchè solo in questo caso potrebbe aver diritto a benefici di qualche genere.
Quanto alla concorrenza il problema non dovrebbe neppure porsi perchè è evidente che il modello scolastico proposto dalla scuola torinese si può tranquillamente realizzare anche all’interno di scuole statali così come peraltro già avviene oggi.
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