Buongiorno, ho appena letto l’articolo di Carla Virzì “Scuola senza voti ecc” e avrei alcune domande:
- L’affermazione “la scuola senza voti numerici piace sempre più” è fatta sulla base di quale indagine? A CHI piace di più? Perché nel confronto con TUTTI i miei colleghi delle medie e con insegnanti anche di elementari, superiori e università, non ho ancora trovato nessuno concorde con questa idea, la ritengono tutti un’assurdità che aumenterà la già grande ignoranza esistente nella popolazione giovanile.
- “Mettere al centro ogni studente”, mantra ripetuto da molti anni dagli psicopedagogisti e dal Ministero, richiederebbe come minimo classi di non oltre 15 alunni e/o la compresenza COSTANTE di un altro insegnante nella classe, in modo da venire incontro sia a chi rimane indietro sia alle eccellenze, cosa che è impossibile da fare, quindi piantatela di teorizzare la didattica individualizzata e personalizzata, per un docente solo con 20-25 ragazzi da fare è IMPOSSIBILE, cari miei teorici della scuola che in una classe evidentemente a insegnare non ci siete mai entrati. E garantisco che io ci provo ogni singolo giorno a farlo, con sforzi disumani.
- “una scuola attenta ai bisogni e sogni”, ma senza conoscenze come fanno a realizzare questi bisogni e sogni? Come si costruisce un palazzo senza conoscere le leggi della fisica e i calcoli matematici che stanno dietro a una struttura portante? Come si può esercitare la professione medica senza le nozioni di biologia? Ecc
- si carica il docente dell’impresa di trasformare un demotivato in attento, ma se il ragazzo non ha intenzione di studiare (per mille ragioni, da problemi familiari a semplice fagnaneria perchè “è più divertente passare il pomeriggio su tiktok anziché studiare tanto non mi bocciano”) il docente che può farci? La smettete di togliere ogni responsabilità ai ragazzi?
- Una scala di sole 4 valutazioni (DAIE, che sembra un’esclamazione su cui non mi soffermo…) non permetterà di far comprendere le sfumature che occorre comprendere tra, ad esempio, uno che ha studiato tutto a memoria e uno che ha studiato e compreso. Stesso discorso per la scala di valutazione che adesso c’è alle elementari, quella sì che è TREMENDAMENTE DEMOTIVANTE per i bambini che vorrebbero avere 10. Già una scala da 4 a 10 non è matematicamente corretta e non permette di far la differenza tra chi consegna in bianco, cioè neanche ci prova, a chi ci prova e sbaglia tutto.
- “verranno invitati in classe esperti”… quanto a lungo e con quale frequenza gente che lavora potrà venire nelle classi a parlare? Io già ci provo a invitare professionisti ed è sempre una faticaccia, dubito che ci saranno le code di imprenditori che verranno a parlare in TUTTE le scuole per “fornire un’infinità di stimoli” agli studenti
- l’esperienza di togliere la bocciatura, togliere il voto di condotta, togliere tutti i voti nelle elementari è già in essere da molti anni ormai e i risultati ben si vedono: metà bambini delle classi sono ANALFABETI FUNZIONALI, non capiscono ciò che leggono, tre quarti della classe NON HA UN METODO DI STUDIO, gli insegnanti di matematica e italiano devono ripartire da zero come se non avessero fatto queste materie alle elementari e non hanno nemmeno più capacità manuali come usare una forbice o un righello correttamente, quindi IL METODO NON FUNZIONA, è già evidente, che senso ha ampliarlo agli altri ordini? Andrebbe tolto alle elementari, non messo alle medie e superiori.
Queste le riflessioni di un’insegnante che ci tiene veramente alla crescita culturale dei ragazzi, ma vede da un lato molte famiglie che non si curano che i figli raggiungano o meno dei risultati, e dall’altro una politica volta a togliere mezzi e risorse alle scuole, tra questi anche una valutazione sensata.
Sara Alonzi