Attualità

Scuola, si riparte con mille scuole senza preside. Sindacati preoccupati: carenze strutturali e progetti Pnrr difficili da gestire per chi ha la reggenza

Inizia un nuovo anno scolastico con ancora tanti istituti senza preside e quindi assegnati alla dirigenza di un’altra scuola autonoma: se circa mille scuole sono orfane del loro preside, significa che duemila sono costrette dividersi il loro capo d’istituto. E se i numeri parlano chiaro, anche le liste di attesa e le procedure selettive non aiutano: se gli idonei dei precedenti concorsi sono in molte regioni esauriti, la pubblicazione del bando per il concorso ordinario per dirigenti scolastici è attesa a breve, comunque entro il 2023, ma poi bisognerà attendere almeno 10-12 mesi prima di avere la lista dei vincitori. Quindi anche il prossimo anno diventa a rischio.

Tornando al presente, secondo Dirigenti Scuola “le classi sono state aperte con un gravissimo vulnus: più di duemila istituti hanno metà dirigente”.

Il sindacato dei presidi guidati da Attilio Fratta ricorda anche un’altra urgenza: “la procedura dell’inserimento dei progetti legati al Pnrr. I presidi devono compiere tutti gli atti entro fine mese. Ma, problemi tecnici, organizzativi e gestionali legati alle piattaforme rendono la scadenza impossibile da rispettare. Tutto questo, insieme alle carenze strutturali degli edifici, con aule inagibili, cattedre vacanti, mancanza di protocolli da parte del ministero per fronteggiare i nuovi casi Covid, rende il nostro lavoro difficile, a volte impossibile”.

I dirigenti scolastici, continua la nota sindacale, “si aspettano che su tutto il territorio nazionale, in tempi brevi , sia assegnato un dirigente per ogni istituzione scolastica autonoma, che il fenomeno delle reggenze sia un lontano ricordo, che si prenda coscienza dell’importanza di avere un organico docente stabile nel tempo, che la piaga del precariato abbia una fine e soprattutto che ogni scuola possa contare su un organico ampio e variamente qualificato, attraverso un aumento dei posti di potenziamento, con i quali e per mezzo dei quali realizzare proposte progettuali articolate, continue e, soprattutto, pensate per la specificità del territorio”.

Alessandro Giuliani

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