Per fortuna, e grazie soprattutto alle indagini condotte dagli agenti della polizia postale, all’ingente “malloppo” mancano solo 50.000 euro, il resto è stato bloccato in tempo al Cairo. Il Ministero tira un sospiro di sollievo ma prende coscienza della totale insicurezza dei conti postali. Rammarico e anche rabbia per la beffa e per la quasi certezza, secondo gli inquirenti, della presenza della ’ndrangheta in tutta l’operazione.
Da alcune indiscrezioni sarebbero forse in cinque i sospettati e tra questi una talpa al Ministero e una anche alle Poste. Fra di loro potrebbe esserci chi ha fornito le chiavi d’accesso al conto.
Ora si aspetta di attivare le procedure per far rientrare il denaro in Italia ma a quanto pare sono contorte e lunghe.
L’Italia deve dimostrare che quei soldi le sono stati rubati e per questo è necessaria una rogatoria internazionale.