Cosa stia succedendo oggi nella scuola è di difficile comprensione anche per gli “addetti ai lavori”. Giova forse ricordare che anche in tempi passati accaddero fenomeni assai simili a quelli odierni. Qualche esempio.
1) Negli anni “quaranta e cinquanta” del secolo scorso per sistemare alcune categorie di insegnanti per le quali non esistevano cattedre in organico, ci si inventò un curioso ossimoro: Ruolo transitorio ordinario (RTO);
2) Negli anni sessanta, con l’istituzione della scuola media unica e la soppressione delle scuole di avviamento, si chiese ai vincitori di concorso per discipline tecniche non più presenti nei nuovi ordinamenti di far conoscere a mezzo telegramma “quale lingua straniera” intendessero insegnare”;
3) Negli anni settanta molti “soprannumerari” vennero incaricati della presidenza di scuole medie e superiori. Non pochi docenti, dopo l’immissione in ruolo transitarono verso altre discipline per le quali non possedevano titolo specifico oppure vennero comandati presso altre amministrazioni. Gli esempi potrebbero continuare. Tutto ciò dovrebbe far riflettere sulla considerazione e attenzione per una politica scolastica coerente con le esigenze degli alunni e della società.
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