Sul sito del magazine VITA Sara De Carli intervista il ricercatore Massimo Cerulo, autore della ricerca sui presidi equilibristi recentemente commentata nel nostro portale.
L’intervista da un lato presenta lo studio di Cerulo ma poi allarga lo sguardo permettendo a Cerulo di trarre alcune interessanti riflessioni.
Una in particolare, partendo dall’analisi del sociologo Francese Pierre Bordieu sul conflitto, fa dire a Cerulo che “la scuola è una quotidianità di conflitto. Io non so quanto la scuola sia per gli studenti, mi sembra più centrata sui docenti e sulle loro esigenze professionali”.
E alla domanda “E i ragazzi in tutto questo?” risponde: “Io non so quanto la scuola sia per gli studenti, mi sembra più centrata sui docenti e sulle loro esigenze professionali. Ho visto pochi docenti nutrire passione verso i ragazzi.. C’è disaffezione non verso la scuola ma verso l’ambiente scolastico, che è diverso, perché poi magari quelli insegnanti tornano a casa, studiamo, scrivono… C’è un problema di mancanza di empatia nell’ambiente scuola, di incapacità di fare ascolto attivo. Se non c’è questo clima in cui tutti si sentono parte di un progetto comune, è difficile che la scuola sia una quotidianità produttiva. È compiuto del dirigente creare un ambiente empatico, propositivo, far sentire tutti attivi, ma se il DS non ha il tempo di occuparsi alla costruzione dell’ambiente, dell’interazione, allora ognuno va per conto suo, come particelle impazzite. Credo che l’emergenza sia davvero questa”.
Una analisi impietosa