Le competenze che gli allievi acquisiscono nella scuola secondaria superiore di secondo grado, servono per assicurare a questi ultimi le basi necessarie per affrontare gli studi universitari o per seguire percorsi di studio superiori e per l’ingresso nel mondo del lavoro.
Nel primo caso, il passaggio da un ordine di istruzione all’altro è molto delicato e richiede consapevolezza soprattutto da parte del sistema scolastico su ciò che chiede il mondo accademico o meglio ancora di cosa ha bisogno. Il mondo dell’Università è cambiato o comunque è destinato a cambiare. Troppo spesso infatti si trascura il fatto che esso è anche un importante laboratorio di ricerca, con il quale necessariamente le imprese devono relazionarsi e dovranno sempre più farlo in futuro, perché è ormai obsoleta e soprattutto poco produttiva l’idea del team al servizio di un’azienda che si occupa solo di ricerca.
Vero è che stando alle statistiche in questo campo, nonostante i nostri ricercatori godano di stima negli ambienti accademici a livello mondiale, i risultati in termini di innovazione non sono al top delle classifiche mondiali, anzi si potrebbe dire il contrario.
Cosa c’è che non funziona? I motivi sono molti, ma senz’altro contribuiscono per la parte che ci riguarda, anche le basi culturali che hanno formato gli studenti nelle scuole superiori. Nella scuola, l’idea che l’Università sia anche un centro di ricerca su cui le imprese possono investire non è molto diffusa. La si immagina spesso – e non a torto – come una produttrice di conoscenze senza pensare che la formazione universitaria non è fine a se stessa, ma può, anzi deve generare dei risultati spendibili.
Manca dunque una cultura della ricerca o meglio una cultura su ciò che potrebbero essere i risultati della ricerca e come valorizzarli. Quanto tempo, ci chiediamo per fare un esempio, viene assegnato negli istituti ad indirizzo giuridico-economico allo studio delle startup (cosa sono, quali sono gli aspetti giuridici per costituirle etc.), ed ancora più in generale: quanto viene approfondito il concetto di proprietà intellettuale.
Questi temi ai quali dovrebbe essere dato molto spazio nei piani di studio delle scuole secondarie superiori, consentirebbero allo studente di avere un approccio diverso con l’Università una volta iscritto e influenzerebbero le stesse Università nella direzione di puntare di più su una ricerca spendibile non solo nelle classiche pubblicazioni.
Ascolta subito la nuova puntata della rubrica “La meraviglia delle scoperte” tenuta da Dario De Santis dal titolo: “I Simpson, nel…
"Servirebbero più risorse per la scuola pubblica e per l'istruzione per garantire il diritto al…
I compiti a casa sono il momento del consolidamento e della rielaborazione delle conoscenze, e dell'esercitazione…
È partito il 21 scorso alle 15,10 da Torino Porta Nuova il "Sicilia Express", il…
Una aspirante partecipante al concorso ordinario PNRR 2024 della scuola primaria e infanzia, ci chiede…
Il 19 dicembre 2024 segna un passo decisivo per l’organizzazione del concorso docenti. Con una…