Le scuole potranno riaprire a settembre, ma le regole saranno molto stringenti al punto che è difficile calcolare con precisione in quale percentuale sarà davvero possibile garantire il “servizio scolastico”.
Il Comitato tecnico scientifico della Protezione civile sta mettendo a punto il testo definitivo del protocollo che nella giornata di martedì dovrebbe arrivare sul tavolo della ministra Azzolina.
Queste le misure che più di altre incideranno sul funzionamento delle scuole: i banchi dovranno essere distanziati di almeno un metro fra di loro, ci sarà obbligo di mascherine per tutti (alunni, docenti e personale Ata), ad eccezione forse dei bambini della scuola dell’infanzia.
Ma il problema maggiore potrebbe essere un altro: le entrate saranno scaglionate in modo da distribuire gli ingressi a scuola fra le ore 8 e le ore 10: in pratica il genitore con un figlio in una classe e uno in un’altra potrebbe trovarsi nella condizione di dover dedicare l’intera mattinata alle operazioni di accompagnamento.
L’atro tema riguarda le mense scolastiche: potranno funzionare, ma con regole simili a quelle previste per i ristoranti e altri locali pubblici.
A conti fatti sarà molto difficile garantire a tutti il consueto orario scolastico, soprattutto sembra molto improbabile che nella scuola primaria e nell’infanzia si possano tenere i bambini in classe per più di 3-4 ore al giorno.
Intanto c’è chi, come la viceministra Anna Ascani, parla di accordi fra le scuole e i Comuni per poter utilizzare locali esterni, come per esempio palestre, cinema, teatri e musei. Ma quasi certamente si tratta di idee che ben difficilmente potranno trovare grande diffusione e potranno essere realizzate in modo limitato, per un numero molto ridotto di alunni e solo in poche realtà.
C’è infine il problema dell’adattamento dei locali e delle attrezzature (banchi, arredi e così via): l’operazione non solo necessita di risorse che al momento non sono ancora disponibili, ma dovrà anche essere fatta in tempi molto rapidi.