Il tema delle scuole aperte d’estate è stato da sempre di per sé divisivo. E non solo tra gli insegnanti, ma anche fra le famiglie e soprattutto ha fatto da sempre allarmare albergatori e ristoratori, balneari e promotori turistici.
L’idea dunque del ministro Giuseppe Valditara non è assolutamente nuova, anzi è così vecchia che persino le polemiche sono invecchiate, nonostante si limiti a proporre di tenerle aperte su base volontaria, per “le famiglie di lavoratori che ne fanno richiesta, perché sì, il problema c’è e non è certo un problema secondario”.
Ma anche l’idea che la scuola “deve essere costruita a misura di studente, come un abito ritagliato su di lui. I ragazzi vanno accompagnati da figure specifiche aiutati se hanno fragilità e stimolati nei punti di forza”, non è originalissima, anzi anche questa sembra avere fatto il suo tempo, fin da quando si parlò di portfolio con Moratti e poi con Gelmini all’affacciarsi del governo Berlusconi che avrebbe voluta fare chissà della scuola, ma alla fine le tagliarono soldi, insegnamenti e ore.
In ogni caso Valditara fa intendere che tenere la scuola aperta d’estate riguarderebbe quella fascia che va dalla primaria alla secondaria di prima grado e dunque abbraccerebbe i ragazzi che non possono stare soli a casa perché i genitori sono a lavorare e che dunque, in assenza di altri luoghi dopo depositarli, compresi campi estivi, si lascerebbero a scuola ma non si sa a fare che cosa, considerando la base volontaria. Tranne che i volontari, i docenti, si inventino una programmazione adeguata.
Dice il ministro: “Per venire incontro alle nuove esigenze dovremo concentrarci di più sulle scuole elementari e medie, perché è in quella fascia d’età che bisogna sostenere maggiormente le famiglie. Ma i progetti ci sono già, e sono i più diversi: si fa orientamento, anche per le materie Stem, ci sono percorsi di potenziamento delle competenze di base, poi lingue, laboratori, digitale, sport, arte, cittadinanza.”
“L’idea è quella di garantire ai ragazzi la possibilità di recuperare o potenziare le loro competenze, facendo in modo che, anche in piena estate, ci siano spazi di approfondimento, studio, formazione”.
Romane comunque la domanda: se la dispersione è già alta durante il normale ciclo di istruzione, perché mai dovrebbe ridursi aprendo le scuole in estate? Tranne che a scuola si organizzino attività gradite ai giovani: laboratori musicali, sperimentazioni teatrali, incontri con particolari autori, campionati sportivi.
Intanto Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, non le manda a dire: “Non si può andare avanti a spot come fa il governo. Valditara si è svegliato stamattina? Il governo sta andando avanti mettendo le bandierine, ma non pensa ad aumentare il numero dei docenti, a fare gli investimenti per l’edilizia scolastica e per gli asili nido. Siamo il Paese con il più alto tasso di abbandono scolastico, con il minor numero di laureati e diplomati: questi sono i temi. Abbiamo meno tempo pieno di altri Paesi e anche le scuole più vecchie per le quali non vengono fatti gli investimenti di risanamento necessari. Abbiamo ancora insegnanti che continuano a essere precari”.
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