L’ultima “trovata” del ministro Giannini (scuole aperte anche in estate) è davvero difficile da commentare.
Non si sa se il progetto “La scuola al centro” che dovrebbe consentire di tenere aperte le scuole anche d’estate e di domenica debba essere annoverato fra le utopie, fra le idee impossibili o più semplicemente fra le “grida manzoniane” alle quali ormai un po’ tutti i ministri dell’istruzione ci hanno abituati negli ultimi anni.
Secondo il ministro Giannini i docenti non saranno obbligati ad aderire (“Ma come è buona, Lei” commenterebbe il ragionier Fantozzi con la bocca impastata e le mani che si attorcigliano) ma se lo faranno riceveranno un “piccolo compenso”.
Il progetto, secondo il Ministro, dovrebbe stare in piedi grazie alle associazioni del volontariato che potrebbero organizzare nelle scuole attività di vario genere.
Per sostenere l’iniziativa il Ministero ha stanziato 10 milioni di euro che – nel caso di 3000 scuole partecipanti (meno della metà di quelle esistenti) – corrisponderebbero a meno di 3mila euro per ciascuna scuola.
Con queste cifre, però, è difficile andare lontani perchè per tenere aperte le scuole in estate non bastano 4-5 insegnanti di buona volontà, ma occorrono collaboratori scolastici e personale amministrativo per le attività di supporto.
Senza considerare poi i problemi di natura assicurativa che pure hanno dei costi da non trascurare e tutte le questioni legate alla sicurezza.
Insomma, come al solito, onori (pochissimi, anzi inesistenti) e oneri (parecchi) saranno tutti a carico delle scuole.