Numerose analisi avrebbero rivelato che le riaperture anticipate delle scuole hanno contribuito a far salire i contagi, come dimostrerebbe pure uno studio su dati geografici molto dettagliati per la Sicilia. Qui l’apertura anticipata di alcune scuole avrebbe prodotto un aumento dei casi del 2 per cento entro due settimane.
In ogni caso, queste analisi, pubblica lavoce.info, troverebbero conferma anche in altri contesti, come per esempio gli Stati Uniti, dove un recente lavoro stima un effetto positivo, ma modesto, delle riaperture delle scuole sui contagi.
Altri studi, invece, come quelli condotti in Germania sembrano indicare un ruolo pressoché nullo delle scuole nella diffusione del contagio.
Tuttavia, si legge su Lavoce.info, modelli epidemiologici importanti suggeriscono che tenere aperte le scuole è possibile a patto di rispettare tre condizioni imprescindibili:
aperture graduali,
presenza limitata
e adozione di misure di prevenzione.
Precisato che il Governo italiano ha optato per le prime due: apertura graduale e presenza limitata, per quanto riguarda l’adozione di misure di prevenzione, le indicazioni sono piuttosto scarne.
Si inizia con l’aerazione dei locali, intorno a cui poco o nulla è stato fatto per dotare le scuole di sistemi di purificazione dell’aria, a prescindere dalla semplice apertura delle finestre. Allo stesso modo per i vaccini ai giovani, non ancora disponibili.
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E dentro questa sorta di inefficienza, un altro studio internazionale stima che i costi della chiusura delle scuole ricadono quasi interamente sugli studenti provenienti da famiglie più povere, mentre quelli provenienti da contesti più privilegiati sono solo sfiorati dagli effetti negativi della chiusura.
La cosiddetta “scuola sicura”, precisa Lavoce.info, non è un atto di fede, ma calcolando i rischi delle riaperture e i conseguenti benefici, individuando un punto di equilibrio tra i due e impegnandosi a fare tutto il possibile per rendere davvero sicura la scuola, nel modo in cui le evidenze scientifiche suggeriscono, anche prendendo in prestito da quelle riferite ad altri paesi.
Altrimenti, rischiamo l’ennesimo rinvio del ritorno alla normalità, con la conseguente minaccia di sfibrare ancora di più il tessuto sociale del paese.
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