L’Organizzazione delle Nazioni Unite e l’Unicef non hanno dubbi: bisogna riaprire le scuole, anche se il Covid non è alle spalle e le vaccinazioni di docenti e studenti non sono completate. Lo stop alle attività didattiche “non può più durare”, altrimenti andremo incontro ad una “catastrofe generazionale”.
I direttori generali dell’Unicef, Henrietta Fore, e dell’Unesco, Audrey Azoulay sono determinati: la chiusura delle scuole legata a Covid-19 purtroppo colpisce ancora “più di 156 milioni di studenti in diciannove Paesi” e serve una svolta.
Per i due funzionari, la riapertura delle scuole non può aspettare la fine della pandemia e nemmeno la vaccinazione di tutti gli studenti e del personale: anche in questa situazione può essere realizzata l’attività didattica “in sicurezza”, tanto più che le scuole “non sono tra i principali luoghi di propagazione” del virus.
“Sono passati diciotto mesi dall’inizio dell’epidemia di Covid-19 e l’istruzione di milioni di bambini continua a essere interrotta. (…) Questa situazione non può andare avanti. Le scuole dovrebbero essere le ultime a chiudere e le prime a riaprire”.
“Al fine di evitare una catastrofe generazionale, esortiamo i politici e i governi a dare priorità alla riapertura delle scuole in sicurezza. Chiudere le scuole mette in pericolo il nostro futuro solo per preservare in modo incerto il nostro presente”, hanno concluso i rappresentanti Unicef e Unesco.
In Italia il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha più volte esortato l’apertura dell’anno scolastico con tutti gli alunni in presenza.
Per raggiungere questo obiettivo sarà importante comprendere se il Comitato tecnico scientifico dovesse confermare l’utilizzo della mascherina e il distanziamento di almeno un metro: in tal caso, però, un numero non residuo di scuole superiori sarà gioco forza costretto ad alternare didattica in presenza e DaD.
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