Categorie: Politica scolastica

“Scuole belle”: molti problemi poche certezze

Il piano di interventi per “fare belle” le scuole italiane parte nei prossimi giorni fra mille interrogativi. Intanto va detto che i 150milioni di euro messi a disposizione per questa fase non sono soldi nuovi, ma sono esattamente quelli già stanziati durante il Governo Letta con il  “decreto del fare” n. 69 del 21 giugno 2013.
E già su questo molto ci sarebbe da ridire: è possibile che occorra un anno di tempo solo per passare da un decreto legge al varo del piano?  
Quanto poi all’effettiva apertura dei cantieri, è meglio aspettare ancora qualche settimana per capire cosa succederà davvero.
Ma l’aspetto più complesso della vicenda è ancora un  altro: al Ministero hanno deciso che i lavori andranno concretamente appaltati dai dirigenti scolastici in quanto i fondi verranno trasferiti alle scuole.
Ora, se si trattasse di istituti tecnici o di licei si potrebbe forse comprendere, ma a sfogliare gli elenchi delle scuole finanziate si scopre che, di fatto, i lavori riguarderanno scuole del primo ciclo di istruzione.
Il primo paradosso è questo: i piani di intervento sui singoli edifici sono stati predisposti dai Comuni che però, di qui in avanti, non avranno più voce in capitolo.
Senza considerare che gestire un cantiere di lavoro in una scuola non è proprio una cosa semplicissima e c’è anche da chiedersi come faranno le segreterie scolastiche a procedere ad appalti, chiusura dei lavori e liquidazione delle spese con organici di amministrativi e ausiliari sempre più ridotti all’osso.
E poi c’è un problema di non poco conto: nei Comuni i lavori negli edifici pubblici vengono spesso seguiti dagli uffici tecnici che dispongono di personale adeguato; e sono gli stessi tecnici comunali che altrettanto spesso certificano la regolare esecuzione dei lavori in modo da consentire il pagamento delle spese. 
Nelle scuole chi si occuperà di questo ? Dirigenti scolastici spesso laureati in letteratura italiana o in filosofia ? C’è già chi prevede che saranno coinvolti i docenti con incarichi sulla sicurezza, ma nessuno ha ancora spiegato in che modo potranno essere retribuiti. Insomma i problemi sono davvero tanti, e per ora di certezze ce ne sono davvero poche.

Reginaldo Palermo

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