Categorie: Politica scolastica

Scuole belle, sicure e nuove: chi le ha viste?

Ricordate il grande slogan del governo Renzi con tanto di “hashtag” dal titolo #scuolebelle, #scuolesicure e #scuolenuove?  Un vero e proprio piano di edilizia scolastica che, solo nella sua prima fase, avrebbe dovuto coinvolgere oltre 4 milioni di studenti italiani. In buona sostanza una scuola su due  sarebbe dovuta essere già messa in sicurezza, risolvendo in parte la grave emergenza della carenza diffusa dell’ordinaria e straordinaria manutenzione delle scuole.
Un investimento di oltre un miliardo di euro di risorse già stanziate, di lavori già iniziati e in alcuni casi terminati. Almeno questo è quanto sostiene ufficialmente il Governo, che si prende anche i meriti di avere cambiato verso e di avere iniziato la messa in sicurezza delle scuole italiane. Ma le cose stanno veramente così? Il governo Renzi è riuscito a mettere in moto la grande opera di edilizia scolastica, così come aveva promesso? Nel 2014 si sarebbe dovuti intervenire su un totale di 7.751 plessi.
Il Miur avrebbe dovuto versare gli importi direttamente alle scuole, in modo che i dirigenti scolastici avrebbero potuto ordinare gli interventi di bisogno. Eppure sul tema edilizia scolastica è calato un silenzio assordante, addirittura il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e il premier Renzi hanno dato forfait alla ricorrenza, che dovrebbe avvenire il prossimo 22 novembre, del nefasto episodio che ha visto vittima innocente lo studente Vito Scafidi, morto in aula scolastica mentre seguiva le lezioni.
I familiari di Vito denunciano, con una lettera forte, che anche quest’anno l’aula dove è morto il loro congiunto non è stata ristrutturata. Una promessa mancata, quella delle scuole sicure, che nonostante i soldi finanziati e magari anche per le lungaggini burocratiche, sta preoccupando e non poco. Forse per rendere sicure le scuole. non è sufficiente un semplice slogan o un hashtag lanciato su twitter, ma serve un impegno politico maggiore.
Nella provincia dell’Aquila, colpita duramente dal sisma 2009, si fa scuola ancora in moduli ad uso scolastico provvisori, perché mancano i soldi per una seria ricostruzione di scuole sicure ed antisismiche. Molti sindaci di vari comuni italiani lamentano la mancanza di fondi, sia per interventi di manutenzione, ma soprattutto per veri e propri interventi strutturali. A qualche sindaco, che forse non rientra tra i più fortunati, che hanno avuto le risorse per abbellire le scuole, viene spontaneo fare una domanda al Governo: “Scuole belle, sicure e nuove chi le ha viste?”.
Bisognerebbe che il governo esca dal silenzio in cui è piombato su questo delicatissimo tema e dica con precisione quali lavori e quali scuole sono state rese sicure, belle e in qualche caso anche nuove.

Lucio Ficara

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