Il recentissimo intervento di Mila Spicola sul suo blog italiaserotta susciterà più di una polemica e per molte ragioni. Cosa scrive Mila Spicola, docente, collaboratrice dell’Unità, autrice del volume “La scuola s’è rotta”, vicesegretario del PD Sicilia e referente nazionale per i problemi della dispersione scolastica ? E’ presto detto: parlando con dirigenti scolastici della sua regione (lei è referente scuola del PD in Sicilia) si è accorta che il progetto “Scuole belle” è una mezza bufala perché è affidato in larga misura alla buona volontà degli operatori. In sostanza la questione è questa: i lavori di “abbellimento” si riducono di fatto alla imbiancatura delle aule e vengono svolti non da ditte specializzate ma dalle stesse cooperative che già hanno vinto a suo tempo gli appalti per la pulizia delle scuole.
Il fatto è che gli addetti di queste cooperative non possono svolgere determinati lavori anche se molto semplici, come per esempio aggiustare una tapparella o sostituire la maniglia di una porta. Per ragioni di sicurezza spesso non possono neppure salire su scale troppo alte quindi la tinteggiatura si deve fermare ad una certa altezza.
Per contro Mila Spicola ricorda che agli insegnanti è richiesto di tutto e di più, persino di trasformarsi in infermieri per prestare soccorso ai bambini che si feriscono giocando (con tutti i rischi del caso). Spicola punta il dito anche contro i sindacati che di fatto sostengono le più o meno legittime “pretese” dei lavoratori delle cooperative.
E, rivolgendosi proprio al sindacato, scrive: “Ma lo si viene a dire a me che i diritti del lavoratore non vanno messi sottogamba? A me che mi becco da mattino a sera l’accusa di ipersindacalizzata quando difendo un lavoratore? Ma io difendo un lavoratore, non un ‘fancazzista’. O un furbo”.
Ma Mila Spicola è anche una renziana convinta (“Non mi piace questo termine – ci precisa al telefono – perché fa pensare alla esistenza di fazioni, preferisco che si dica che sono una sostenitrice di Renzi”) e ci tiene a spiegare che lei non intende affatto mettere in discussione le buone intenzioni del Governo.
“Il fatto è – aggiunge – che in questo Paese molto spesso anche le migliori intenzioni di chi governa si scontrano poi con le innumerevoli inefficienze della macchina amministrativa e con la difesa degli interessi particolari di questa o quella categoria”.
Home Sicurezza ed edilizia scolastica “Scuole belle”: uno spreco per far lavorare molti “fannulloni”?