Torna far polemica la chiusura delle scuole in Campania dopo gli ultimi aggiornamenti dell’Unità di Crisi. A seguito di ciò, il governatore De Luca aveva affidato alle amministrazioni comunali la decisione per ogni singola situazione.
Non ci stanno, però, i No DaD che, tramite una lettera indirizzata al Governo centrale, hanno espresso il loro disappunto tanto da richiedere di sostituire Regione e Comuni per le decisioni che riguardano il mondo della scuola.
Il coordinamento Scuole Aperte della Campania ha inviato una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio Mario Draghi e ai ministri dell’Istruzione Patrizio Bianchi, della Salute Roberto Speranza, delle Pari opportunità Elena Bonetti e delle Disabilità Erika Stefani affinché il Governo si sostituisca alla Regione Campania e ai Comuni sulle decisioni da prendere in merito alla questione scuola.
Nella lettera, si legge: “Le scuole sono state le ultime ad aprire sul territorio nazionale (il 28 settembre) e le prime a chiudere di nuovo il 16 ottobre e, con altalenanti e parziali aperture di alcuni gradi, a riaprire in toto solo il 1° febbraio. Tutto questo contrariamente alle disposizioni governative nazionali”.
“La DaD ha significato un aggravio ulteriore del tasso di dispersione scolastica – continua la lettera – un rischio che in Campania è già ben al di sopra della media del Paese, raggiungendo addirittura il 17,3% della popolazione scolastica totale e il 31,9% per la popolazione scolastica delle scuole secondarie di secondo grado”.
Per il coordinamento, in Campania è in atto una “interpretazione distorta a livello locale, a maggior ragione se i dati, i medesimi inviati alla cabina di regia del ministero della Salute, pongono la nostra regione in zona gialla, secondo i criteri ministeriali“
Sempre nella lettera, il coordinamento ricorda che il Tar ha accolto i ricorsi che hanno imposto alla Regione di riaprire le scuole, proprio in base alla normativa nazionale. Quest’ultima, tuttavia, non è mai stata applicata, infatti i No DaD scrivono: “La normativa nazionale non è mai stata applicata a causa di ordinanze continue basate non su dati reali, ma su formule previsionali che, ancora oggi, auspicano la chiusura delle scuole come unica soluzione al problema pandemico, perché ritenute uniche responsabili di contagi”.
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