Papa Francesco
Ci sono alcune scuole cattoliche, private o paritarie, che non fanno il bene dei giovani che le frequentano: a sostenerlo è Papa Francesco, secondo il quale mai come oggi la scuola ha “urgente bisogno di autocritica”.
Descrivendo, nel sesto capitolo dell’esortazione post-sinodale “Christus vivit”, “la pastorale delle istituzioni educative”, il Santo Padre ha detto che “ci sono alcune scuole cattoliche che sembrano essere organizzate solo per conservare l’esistente… La scuola trasformata in un ‘bunker’ che protegge dagli errori ‘di fuori’ è l’espressione caricaturale di questa tendenza”.
In questi luoghi, chiusi rispetto al procedere del mondo, i giovani quando escono avvertono “un’insormontabile discrepanza tra ciò che hanno loro insegnato e il mondo in cui si trovano a vivere”.
Eppure, ha continuato il Papa, “una delle gioie più grandi di un educatore consiste nel vedere un allievo che si costituisce come una persona forte, integrata, protagonista e capace di dare”.
Mentre, il rischio di chi forma i ragazzi senza aprirsi all’esterno è quello di illudere quei giovani. I quali capiranno “da grandi” come effettivamente gira il mondo.
In tema di pastorale giovanile, che deve essere “popolare, infine il Pontefice ha invitato ad essere “una Chiesa con le porte aperte”, e “non è nemmeno necessario che uno accetti completamente tutti gli insegnamenti della Chiesa per poter partecipare ad alcuni dei nostri spazi dedicati ai giovani”.
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