“Dobbiamo lavorare, tutti insieme, affinché tutte le bambine e tutti i bambini abbiano le stesse opportunità di istruzione”: così si è espresso il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi durante il XXIII Rapporto sulla Scuola Cattolica in Italia, redatto dal Centro Studi per la Scuola Cattolica della Cei (ed. Scholè, 2021) e presentato nell’aula “Aldo Moro” del dicastero di Viale Trastevere.
Durante l’incontro è stato presentato il volume “Fare scuola dopo l’emergenza“, che ha raccolto alcuni contributi di riflessione e le buone pratiche messe in campo durante l’anno scolastico 2020/21 in questo genere di scuole che rientrano nell’ambito dell’istruzione paritaria.
“Il lavoro di ricerca, di raccolta e di riflessione che il Centro studi per la scuola cattolica ha realizzato con il rapporto – ha detto il titolare del Mi – rappresenta uno strumento prezioso per tutta la comunità educante, e ci ricorda che l’istruzione non va mai considerata come un elemento individuale, ma è uno di quei valori portanti per una società equa e solidale”.
Dalla ricerca attuata sulle scuole cattoliche, realizzata su fonti del ministero dell’Istruzione e presentata dal professor Sergio Cicatelli, coordinatore scientifico del Centro Studi per la Scuola Cattolica, risulta che quelle collocate nel territorio italiano sono complessivamente 7.859 scuole, in prevalenza dell’infanzia e primaria. E a frequentare le scuole cattoliche nelle varie province d’Italia sono 544.779 alunni.
All’incontro sono intervenuti anche Stefano Versari, capo dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione, ed Ernesto Diaco, direttore dell’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della Cei.
Soffermandosi sulle strategie educative e organizzative adottate dalle scuole cattoliche di fronte all’emergenza sanitaria, il segretario generale della Cei, monsignor Stefano Russo, ha sottolineato che “la scuola cattolica ha fatto tesoro dell’esperienza pandemica, si è attrezzata per affrontare situazioni di emergenza, potendo contare anche su quel ‘supplemento d’anima’ che la caratterizza da sempre. Non è solo l’attrezzatura tecnologica a poter salvare la scuola nelle situazioni di emergenza come nell’ordinaria amministrazione”.
Il segretario generale della Cei ha inoltre dato atto al ministro Bianchi “di essersi impegnato strenuamente, con tutto il Governo, per far ripartire questo anno scolastico con modalità che garantissero (nei limiti del possibile) lo svolgimento dell’attività didattica ‘in presenza’, il benessere e la sicurezza di tutti. Non era facile ma era doveroso”.
Le scuole cattoliche, ha concluso Russo, “sono da tempo impegnate su questa strada, già da prima della pandemia, con competenza e passione educativa. Mi auguro che il loro servizio al bene comune sia sempre più qualificato e riconosciuto pubblicamente, e che i loro esempi migliori possano essere considerati patrimonio dell’intero sistema educativo di istruzione e formazione”.
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