“Quanto tempo dovremo restare a casa? Arriviamo fino a Pasqua e poi guardiamo i dati per stabilire come procedere. Va vista l’evoluzione dell’epidemia”.
Così Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), in un’intervista a Repubblica in cui avverte: anche quando i casi di coronavirus scenderanno a zero, la vita non tornerà come prima finché non verrà trovato un vaccino o un farmaco efficace contro la malattia.
“Assistiamo a un appiattimento della curva, non ci sono ancora segnali di discesa ma va meglio. Le importanti misure che sono state adottate stanno mostrando i loro effetti”, dice Brusaferro.
Per poter avere un miglioramento “dobbiamo osservare un aumento quotidiano dei casi inferiore a quello delle 24 ore precedenti per alcuni giorni consecutivi. Il numero delle nuove infezioni si deve quindi ridurre significativamente. Per ottenere questo trend bisogna rispettare le misure del governo e fare anche molta attenzione all’isolamento dei positivi o dei loro contatti stretti”.
Sulle riaperture, “il problema è capire quali forme di apertura garantiscono che la curva non ritorni a crescere”, spiega Brusaferro. “Certamente le riaperture avverranno in modo graduale e dovremo organizzarci per essere capaci di intercettare rapidamente eventuali nuove persone positive. Stiamo anche valutando un’idea degli inglesi, quella dello ‘stop and go’. Prevede di aprire per un certo periodo e poi chiudere di nuovo”. Al vaglio, aggiunge, c’è anche la possibilità di tenere a casa “anziani e malati fragili”.
Sulla data di ritorno a scuola, quando sarà superata l’emergenza Coronavirus e comunque probabilmente non prima del 5 maggio, si sta facendo largo l’ipotesi di far tornare sui banchi prima gli studenti della secondaria superiore; poi gli alunni delle medie; solo in un terzo momento, toccherebbe agli alunni del primo ciclo.