Il governo, con una conferenza stampa tenutasi nel pomeriggio alla presenza del premier Giuseppe Conte e del ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha confermato lo stop per le scuole in tutta Italia dal 5 marzo al 15 marzo.
Attenzione, però: per la zona rossa (nella località indicate dal decreto) le scuole rimarranno chiuse, mentre ci sarà la sospensione delle attività didattiche nelle zone dove non ci sono focolai di contagio. Cosa significa questo? Significa che, come da contratto nazionale (già previsto in altre occasioni) il personale Ata dovrà recarsi regolarmente a scuola, mentre i docenti dovranno presentarsi qualora vi siano delle riunioni (come Consiglio di Istituto o Collegio dei docenti) programmati e non posticipati dalla dirigenza.
Divampa la polemica su Facebook con tantissimi commenti di lettori, presumibilmente appartenenti al personale tecnico amministrativo, di sconcerto per la misura approvata.
Rosa, ad esempio, scrive: “Ma le scuole sono chiuse solo per alunni e docenti il personale ATA e immune alle CORONA le solite schifezze senza parole”. C’è poi chi, come Anna, scrive: “Come tutti gli altri impiegati pubblici che sono in servizio. Non riesco a capire perché non dovrebbero andare”.
Poi c’è Mauro che dice: “Sospensione attività didattiche, i docenti non contraggono il virus perché stanno a casa, invece il personale ATA va a lavorare, noi siamo immuni al virus……. Ma vaff”.
C’è anche chi va controcorrente come Massimiliano: “Quindi noi personale Ata in servizio. Vado controcorrente e dico : meno male. Le misure servono per evitare il contagio in ambienti affollati. Bloccare anche gli uffici avrebbe avuto poco senso”.
La polemica, come purtroppo è inevitabile in questi casi, divamperà. Già l’Unicobas promette battaglia e in una nota Stefano d’Errico afferma: “Senza che nessun sindacato “maggiormente rappresentativo” (assai) protestasse, al personale Ata delle regioni coinvolte in maniera massiva dall’epidemia del Coronavirus è stato ordinato di restare in servizio nelle scuole chiuse e di “sanificare” gli ambienti (peraltro senza strumenti, mascherine etc.). Questo è un compito che spetta alla Sanità pubblica ed agli Enti Locali, e ciò, sia detto per inciso, vale sia per il bene generale (tramite strumenti e prassi adeguate), sia per il rispetto che va portato al personale non docente. Simili ordini di servizio sono da considerarsi illegittimi”.
Anche Feder. Ata, nei giorni scorsi, ha espresso il proprio disappunto per quanto previsto.
Normativa emergenza Coronavirus
Ministero della Salute – normativa Coronavirus
Regione Veneto – normativa Coronavirus
Regione Lombardia – normativa Coronavirus
Regione Friuli Venezia Giulia – normativa Coronavirus
Regione Emilia-Romagna – normativa Coronavirus
Regione Piemonte – normativa Coronavirus
Provincia Autonoma di Trento
Regione Toscana – normativa Coronavirs
Regione Liguria – normativa Coronavirus
Il 9 gennaio 2020 l’OMS ha dichiarato che le autorità sanitarie cinesi hanno identificato un nuovo ceppo di coronavirus mai identificato prima nell’uomo: il 2019-nCoV. Il virus è associato a un focolaio di casi di polmonite registrati a partire dal 31 dicembre 2019 nella città di Wuhan, nella Cina centrale.
Le FAQ dell’Istituto Superiore di Sanità
L’11 febbraio, l’OMS ha annunciato che la malattia respiratoria causata dal 2019-nCoV è stata chiamata COVID-19 (Corona Virus Disease).
Non esistono trattamenti specifici per le infezioni causate dai coronavirus e non sono disponibili, al momento, vaccini per proteggersi dal virus. La maggior parte delle persone infette da coronavirus comuni guarisce spontaneamente.
Riguardo il nuovo coronavirus 2019-nCoV, non esistono al momento terapie specifiche, vengono curati i sintomi della malattia (così detta terapia di supporto) in modo da favorire la guarigione, ad esempio fornendo supporto respiratorio.
È possibile ridurre il rischio di infezione, proteggendo se stessi e gli altri, seguendo alcuni accorgimenti: lavati spesso le mani (dopo aver tossito/starnutito, dopo aver assistito un malato, prima durante e dopo la preparazione di cibo, prima di mangiare, dopo essere andati in bagno, dopo aver toccato animali o le loro deiezioni o più in generale quando le mani sono sporche in qualunque modo).
In ambito assistenziale (ad esempio negli ospedali) segui i consigli degli operatori sanitari che forniscono assistenza.
Non è raccomandato l’utilizzo generalizzato di mascherine chirurgiche in assenza di sintomi.
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