La linea adottata dal Governo e dalle Regioni in materia di chiusura delle scuole non convince per nulla il Movimento 5 Stelle che nella giornata di oggi è intervenuto per chiedere una correzione di rotta.
“Se dopo un anno di pandemia abbiamo 8 studenti su 10 in Didattica a distanza e scuole di ogni ordine e grado chiuse – affermano i deputati del M5S in Commissione Cultura – vuol dire che il Paese sta perdendo la battaglia, cruciale, per difendere il diritto all’istruzione e a uno sviluppo il più possibile sereno di bimbi e bimbe”.
“Chiediamo che il Governo faccia un distinguo e riapra asili nido, scuole dell’infanzia ed elementari” sostengono il 5S che aggiungono: “Noi temiamo che ancora una volta si sottovaluti pericolosamente il grido di dolore lanciato, seppur silenziosamente, dai nostri giovani: ansia, depressione, autolesionismo e disturbi alimentari stanno aumentando anche tra bambini di 9 o 10 anni, mentre si aggravano sempre di più le lacune formative”.
A rincarare la dose ci pensa Vittoria Casa, anche lei 5S, presidente della Commissione Cultura della Camera: “Mentre oggi discutevamo in Senato gli asili nido, le scuole dell’infanzia e quelle primarie erano chiuse. I nostri bambini sono stati tenuti a casa molto più che in Europa e molto più che nel resto del mondo. E al Sud i numeri – come quelli del resto sull’abbandono scolastico e sulle disuguaglianze educative – sono ancora peggiori. Sono danni seri che nessuno potrà risarcire”.
Anche il deputato 5S Gianluca Vacca ha commentato l’intervento al Senato di Patrizio Bianchi: “Il ministro Bianchi ha riconosciuto la validità della bozza di Pnrr elaborata dal precedente Governo sulla scuola e oggi, audito in Parlamento, l’ha confermata. Naturalmente ne siamo contenti, tuttavia non possiamo non tenere in considerazione che rispetto a quando il Piano è stato elaborato, mesi fa, la situazione delle nostre scuole è molto cambiata: i nostri studenti non sono mai stati così tanto tempo in Dad e gli allarmi sulle lacune formative, psicologiche e relazionali stanno pericolosamente aumentando, anche alla luce delle recenti chiusure imposte dal Governo”.
La posizione del PSI
A chiedere di rivedere le decisioni c’è anche Luca Fantò, referente nazionale scuola del PSI: “Altre due settimane di chiusura sono state imposte in buona parte del Paese. Non sono gli Istituti scolastici i luoghi in cui il virus si diffonde principalmente, ma le scuole vengono sacrificate da troppo facili e non sempre efficaci soluzioni. La salvaguardia della salute dei nostri giovani è certamente una priorità, per questo che prioritario deve essere l’impegno per rendere sicuri gli spostamenti dei nostri ragazzi nel percorso tra la propria abitazione e la scuola”.
“La chiusura totale e la DaD – conclude Fantò – determinano nei nostri giovani impoverimento culturale, problemi di natura sociale e psico-fisica. Inoltre, da non trascurare, i problemi che la Dad crea nella gestione familiare”.