Fino al 3 aprile nelle scuole e le Università italiane al di fuori della Lombardia e delle 14 province più rischio, non si svolgerà alcuna lezione: le sedi istituzionali rimarranno comunque aperte, pur con le dovute cautele per evitare il propagarsi del Coronavirus.
Proseguirà, in pratica, la sospensione delle attività didattiche (con oltre 200 mila unità di personale Ata in servizio) già prevista sino al prossimo 15 marzo, ma le lezioni proseguiranno con le modalità della didattica distanza.
La notizia, dopo l’annuncio serale del 9 marzo da parte del premier Conte dell’allargamento della zona “rossa”, è stata confermata dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.
La titolare del Miur scrive su facebook che “il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ha appena annunciato l’estensione delle misure di contenimento del #Coronavirus su tutto il territorio nazionale. Sarà un’unica grande zona protetta. La decisione riguarda anche le scuole: le attività didattiche sono quindi sospese in tutto il Paese fino al 3 Aprile”.
Questo significa che per le scuole all’esterno delle zone dove sono presenti i casi maggiori di Coronavirus – si tratta della Lombardia e di 14 province (Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia) -, dovrebbero rimane in vita le disposizioni previste dalla Nota ministeriale n. 279 dell’8 marzo.
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Il ministero dell’Istruzione a breve fornirà comunque ulteriori informazioni sulle eventuali nuove modalità organizzative da adottare per le scuole, sempre con i dovuti distingui territoriali.
“Già a partire dalle prossime ore – annuncia Azzolina – forniremo a tutti informazioni più dettagliate, come abbiamo fatto in questi giorni”.
“È una misura dolorosa ma necessaria, che condivido. Mi impegno a stare ancora più vicino a studenti e personale scolastico. Andremo avanti affrontando insieme questa emergenza. Le attività si sospendono ma #lascuolanonsiferma”, ha concluso la ministra.
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