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Scuole chiuse, in classe a settembre? Il governo ci pensa sul serio

La curva dei contagi è in discesa e il governo Conte prepara la Fase 2, quella della ripartenza. In base a quanto riportano diverse testate giornalistiche, l’intenzione del premier è quella di dare l’ok, dopo Pasqua, ad alcuni tipi di fabbrica e negozi.

In ogni caso non sarebbero ancora state ipotizzate date e la linea ribadita sarebbe quella della “gradualità e prudenza” nelle riaperture. Sarebbe questo l’orientamento emerso nel corso del vertice tra il premier Conte e i tecnici in vista della scadenza del Dpcm.

La cautela è massima per evitare di vanificare gli sforzi, ma occorre riaccendere i motori del Paese per la ripartenza sociale ed economica.

Sarà in due step la Fase 2: il primo (dopo Pasquetta) riguarderebbe piccole aperture per le attività produttive, mentre il secondo (dopo il 4 maggio) interesserebbe una rimodulazione delle misure per spostamenti e uscite (c’è la necessità di evitare un ‘esodo’ nei weekend del 25 aprile e del 1 maggio). Più passa il tempo e più diventa difficile tenere le persone a casa, come dimostrano i numeri delle denunce che continuano ad essere elevati.

Scuole chiuse, in classe a settembre? Il governo ci pensa sul serio

Cosa accade, invece, per la scuola? Pare che la data del 18 maggio sia pressoché impossibile da rispettare per tanti motivi: l’impossibilità di rispettare il metro di distanza e le strutture scolastiche vetuste (per usare un termine caro alla ministra Lucia Azzolina).

Oltre tutto il distanziamento nelle aule non sarà operazione semplice, sia per i nodi infrastrutturali sia per le attuali normative sul numero di studenti per classi che richiedono, da infanzia a superiori, un minimo di 15-18 alunni fino a un massimo di 27-30 (classi pollaio a parte).

In base al DPCM del 1 marzo, queste sarebbero le procedure di sicurezza

1. L’interruzione degli accessi liberi da parte del personale esterno se non per motivi inderogabili e non più di una persona per volta;

2. Il personale in servizio deve essere dotato di mascherina da utilizzare, in particolar modo, in presenza di esterni anche se si rispetta la distanza di un metro;

3. Il datore di lavoro informa preventivamente il personale, e chi intende fare ingresso nell’Istituto, della preclusione dell’accesso a chi, negli ultimi 14 giorni, abbia avuto contatti con soggetti risultati positivi al COVID-19 o provenga da zone a rischio secondo le indicazioni dell’OMS;

4. Non sono consentite le riunioni in presenza. Laddove le stesse fossero connotate dal carattere della necessità e urgenza, nell’impossibilità di collegamento a distanza, dovrà essere ridotta al minimo la partecipazione necessaria e, comunque, dovranno essere garantiti il distanziamento interpersonale e un’adeguata pulizia/areazione dei locali;

5. All’ingresso e in vari punti dell’Istituto deve essere posto un flacone di disinfettante; il personale interno ed esterno deve essere invitato ad usarlo (è raccomandata la frequente pulizia delle mani con acqua e sapone);

6. I collaboratori scolastici in servizio che effettuano le pulizie e l’igienizzazione di locali e attrezzature devono essere dotati di opportuni dispositivi di protezione individuale (mascherine, guanti monouso, camice monouso impermeabile a maniche lunghe, scarpe antiscivolo) ed effettuare una continua areazione degli ambienti; occorre garantire la pulizia.

Quali mascherine utilizzare? Secondo le ultime indicazioni sarebbero quelle quelle chirurgiche o del tipo FFP2 senza valvola.

Con ogni probabilità se ne parlerà a settembre con la partenza, l’1 o il 2 settembre con i corsi di recupero per poi iniziare in classe o a distanza (questo è ancora tutto da vedere) dalla terza settimana di settembre.

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