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Scuole chiuse, le paritarie perdono i soldi delle rette delle famiglie: la Lega chiede il rimborso allo Stato

Il blocco dell’attività didattica in presenza, sta facendo perdere alle scuole paritarie diversi fondi dei servizi non usufruiti dalle famiglie, come le quote per il doposcuola, per la mensa ed altri servizi accessori: è bene che lo Stato ora provveda rimborsare quegli istituti. A chiederlo è il deputato della Lega Alberto Ribolla, attraverso un emendamento al decreto legge “Cura Italia” approvato dal Governo alcuni giorni fa, pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed ora al vaglio delle commissioni del Senato.

L’emendamento leghista

L’emendamento intende evitare che i budget delle scuole paritarie, già ridotti all’osso (con circa 100 istituiti e 12 mila alunni in meno l’anno), non vadano in rosso.

“La Lega – dice il leghista Alberto Ribolla – ha presentato un emendamento al Cura Italia per chiedere la restituzione da parte dello Stato dei pagamenti effettuati alle scuole paritarie per servizi non usufruiti dagli studenti durante lo stato di emergenza sanitaria”.

Possibili anche rimborsi e sconti per il prossimo anno

“Il perdurare dell’emergenza Coronavirus ha visto cadere una serie di servizi pagati dalle famiglie come, ad esempio, quote per il doposcuola, la mensa ed eventuali e altri servizi accessori non erogati nell’anno scolastico 2019/2020”.

La Lega chiede che “i pagamenti relativi ai mesi non usufruiti vengano restituiti dallo Stato o, a scelta delle famiglie, scontati dai pagamenti previsti per la frequenza del prossimo anno scolastico quali rette o servizi accessori”.

In caso di quota forfetaria scatta il 30%

In alcuni istituti, i servizi aggiuntivi vengono tuttavia finanziati con un’unica quota forfetaria.

La Lega ha pensato anche a questa eventualità: “Nel caso di rette onnicomprensive, il rimborso sarà pari al 30% dell’importo annuale”, conclude l’onorevole Ribolla.

Alessandro Giuliani

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