Il tema della didattica a distanza sta diventando l’argomento del giorno.
A Valentina Aprea, parlamentare di Forza Italia, abbiamo posto qualche domanda sul problema.
La didattica a distanza può aiutare le scuole a superare l’emergenza?
Il tema va affrontato indipendentemente dalle scuole chiuse o aperte. In questa fase io sto lavorando perché si dia avvio ad un grande piano per implementare la scuola digitale in tutta Italia con un piano di formazione per i docenti e con la messa a disposizione di piattaforme per attività didattche on line.
Questo consentirebbe, anche in situazioni come quella che stiamo attraversando, di garantire agli studenti le lezioni oltre che un minimo di rapporto con i loro docenti.
Quello delle tecnologie è un problema che le sta particolarmente a cuore.
Certo, ho dedicato a questo anche una mia pubblicazione
E, in occasione del dibattito c’era stato sul decreto scuola, ero riuscita a far approvare un emendamento molto importante per rendere obbligatorie le competenze di coding per i docenti neoassunti.
Ma adesso bisogna partire con un piano serio di formazione rivolto a tutti i docenti.
Lei ritiene che la didattica a distanza sia davvero una strada da percorrere?
In tutti gli ambiti di lavoro, si sta diffondendo lo smart working; non si capisce perché non lo debbano utilizzare anche i docenti.
Mi sto muovendo nei confronti del Governo per far sì che le modalità di lavoro e di insegnamento a distanza diventino pratiche sempre più diffuse. E mi auguro che in questa operazione vengano coinvolte anche le organizzazioni sindacali.
Ma sono necessarie risorse e proposte credibili
E’ vero, ma siamo nel 2020 e la tecnologia ci offre molte soluzioni alternative alla lezione in presenza; soluzioni che peraltro sono già molto diffuse in tante altre parti del mondo.
In Cina, per esempio, ci sono almeno 50 milioni di studenti che stanno sperimentando la didattica a distanza.
Cerchiamo di sfruttare l’emergenza delle scuole chiuse per creare nuove opportunità per i docenti e per gli studenti.
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