Per il momento (sono le ore 15.30 di mercoledì 4 marzo) non abbiamo ancora il testo del nuovo decreto del presidente Conte e quindi non sappiamo di preciso se si parlerà esplicitamente di chiusura delle scuole o di sospensione delle attività didattiche?
Nel primo caso il personale docenti e Ata non sarà tenuto a prestare servizio, né a scuola, né da casa e non sarà neppure tenuto a recuperare le ore di lavoro non prestate.
Già con un precedente provvedimento il Governo aveva stabilito che, in ogni caso, l’anno scolastico continuerà ad essere valido anche se non si riuscirà a raggiungere i 200 giorni di lezione previsti dalla legge.
Ma, allo stato attuale, non si esclude che il Governo possa decidere per prorogare il termine delle lezioni oltre il 10 giugno, rivedendo anche il calendario degli esami di Stato sia del primo ciclo che del secondo.
Se il decreto parlasse invece di interruzione delle attività didattiche gli studenti non andrebbero a scuola, ma resterebbero fermi gli obblighi contrattuali del personale.
In questo caso, per esempio, eventuali riunioni già programmate o convocate per motivi di urgenza si svolgerebbero regolarmente.
Le riunioni sarebbero invece annullate se il provvedimento del Governo fosse di chiusura delle scuole.