“Se dovessero essere confermate le anticipazioni sul cambio di colore di molte regioni italiane, 9 studenti su 10 resterebbero a casa. Una situazione che sarebbe la peggiore dai tempi del lockdown nazionale di un anno fa. Credo che alcune regole vadano riviste”.
Lo sostiene la sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia che subito chiarisce: “Mi riferisco in particolare alle chiusure degli asili nido, delle scuole dell’infanzia e di quelle elementari. Almeno queste dovrebbero restare aperte anche nelle zone rosse per non far gravare l’emergenza sui nostri bambini e non mettere in seria difficoltà le famiglie italiane”.
Per la verità contemporaneamente all’intervento di Floridia si sono susseguiti comunicati anche di altri parlamentari del M5S che ribadiscono le parole della sottosegretaria.
La DaD per tutti – sostiene per esempio il deputato Gianluca Vacca – non è la soluzione adeguata, bisogna pensare a misure diversificate.
“Nell’immediato – dichiarano i senatori del Movimento – sarebbe necessario scongiurare chiusure generalizzate e mantenere aperti almeno i nidi, le scuole dell’infanzia e quelle elementari. Tenerle chiuse significa far gravare l’emergenza sui nostri bambini, e questo è inaccettabile”.
La presa di posizione di Barbara Floridia (M5S) e di altri esponenti 5S non passerà inosservata perché sta a indicare che – in realtà – all’interno della compagine governativa non c’è una idea condivisa sulle misure da prendere per contenere la pandemia.
Ed è del tutto evidente che le divergenze fra le diverse forze della maggioranza potrebbero emergere in modo ancora più evidente quando si passerà a discutere di provvedimenti ancora più importanti come per esempio quelli legati al reclutamento, al precariato o ai concorsi.
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