Il presidente provinciale della Fism, Leonardo Manti, dopo aver detto che con l’azione intrapresa intende affrontare il dibattito per risolvere il problema in modo costruttivo, sottolinea la differenza tra il sostegno che l’Amministrazione comunale della città dello Stretto dà alle 7 scuole paritarie comunali che ospitano appena 246 alunni e non anche alle 92 scuole della Fism che globalmente ospitano 3.350 bambini.
Il documento, in particolare, fa presente che il costo annuo di spesa per ogni bambino è pari a 6.891 euro che moltiplicati per il numero totale dei bambini incide sul bilancio comunale per 1milione e 688.451 euro contrariamente ai bambini della Fism che al Comune costano "zero euro".
Ciò nonostante sia stata stipulata, tra gli organi interessati e il Comune, una convenzione che avrebbe dovuto garantire alla Fism un contributo mensa pari a quello delle scuole pubbliche, ovvero tre euro, oltre alle spese mensili per il trasporto. La stessa convenzione, si ricorda nel documento, aveva impegnato le 58 scuole dell’infanzia non statali ad "ospitare", a titolo completamente gratuito, 230 bambini "segnalati" dalla stessa amministrazione comunale come appartenenti a famiglie di disagiate condizioni economiche e a basso reddito.
Le proteste della Fism di Reggio Calabria vanno ben oltre il momento attenendo, infatti, al problema della libertà di scelta dei genitori del tipo di scuola da dare ai propri figli, libertà recentemente garantita dalla legge n. 62 del 2000 oltre che dalle norme dettate dalla Costituzione Italiana.