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Scuole di qualità e tempo pieno aiuterebbero i laureati a rimanere e fare figli, Bianchi (Svimez): quando partono un pezzo di Pil va via

Una scuola di qualità convincerebbe le giovani coppie a fare figli e a rimanere in Italia, soprattutto al Sud dove decine di migliaia di ragazzi decidono ogni anno di andarsene: a sostenerlo è il direttore generale di Svimez, Luca Bianchi. Durante la festa di Rai radio tre ‘Trani in Onda’, il dg ha detto che “trattenere quei 40mila laureati che ogni anno se ne vanno dal Sud forse dovrebbe essere il target centrale delle politiche di sviluppo perché, ognuno di quelli, è un pezzo di Pil che se ne va“.

Secondo Bianchi “noi siamo in una fase di paradosso: l’occupazione si sta riprendendo, anche al Sud, ma i giovani laureati e qualificati continuano ad andarsene” e “su questo dovremmo interrogarci”.

Il direttore generale dello Svimez ha detto che “il tema lavoro è centrale ma c’è un tema di opportunità. I giovani che fanno pochi figli al Sud e se ne vanno, molto probabilmente vanno via perché meno del 20% dei bambini di età compresa tra 0 e 3 anni ha un asilo nido, perché un terzo dei bambini che frequenta la scuola elementare ha il tempo pieno”.

Il male peggiore, in generale, ha aggiunto, sono le poche opportunità che gli Enti locali offrono determinati territori: “la disponibilità di servizi è fondamentale nella scelta di fare figli e restare”, ha chiosato Bianchi.

Le parole del dg dello Svimez fanno tornare in mente quelle pronunciate alcuni mesi fa da Nuccio Ordine, venuto mancare proprio oggi: durante un’intervista rilasciata alla Tecnica della Scuola, lo studioso aveva tenuto a dire che “le scuole non sono aziende. Oggi si fa credere ai ragazzi che devono studiare per imparare un mestiere. Invece, il compito di un buon docente è far capire che occorre studiare per diventare migliori”.

“Poi chi diventa migliore potrà anche guadagnare dei soldi. Ma formare giovani per il mercato non può essere la finalità”, aveva detto ancora Ordine.

Alessandro Giuliani

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