C’è ancora confusione sulla possibilità di organizzare lezioni in presenza per gli alunni con disabilità.
Nella giornata del 12 marzo, infatti, il Ministero dell’Istruzione aveva diramato una nota per chiarire due punti importanti: intanto non è detto che gli alunni con disabilità possano o debbano frequentare automaticamente in presenza.
”La condizione dell’alunno con bisogni educativi speciali – si legge nella nota – non comporta come automatismo la necessità di una didattica in presenza, potendo talora essere del tutto compatibile con forme di didattica digitale integrata salvo diverse esplicite disposizioni contenute nei già adottati progetti inclusivi”.
La nota chiarisce anche che “le stesse istituzioni scolastiche non dovranno limitarsi a consentire la frequenza solo agli alunni e agli studenti in parola, ma al fine di rendere effettivo il principio di inclusione valuteranno di coinvolgere nelle attività in presenza anche altri alunni appartenenti alla stessa sezione o gruppo classe – secondo metodi e strumenti autonomamente stabiliti e che ne consentano la completa rotazione in un tempo definito – con i quali gli studenti BES possano continuare a sperimentare l’adeguata relazione nel gruppo dei pari, in costante rapporto educativo con il personale docente e non docente presente a scuola”.
Per la verità, però, non pochi dirigenti scolastici fanno osservare che organizzare in questo modo l’attività didattica non è affatto semplice, soprattutto negli istituti comprensivi.
Per garantire trasparenza e funzionalità dell’intervento, per esempio, è necessario che il piano venga deliberato dagli organi collegiali della scuola (consigli di classe, interclasse, collegio dei docenti e così via).
Qualche dirigente fa notare che in taluni casi potrebbe essere necessario anche stabilire dei criteri per accettare le richieste delle famiglie di alunni non disabili
Per non parlare delle questioni legate alle modalità di intervento dei docenti: devono essere necessariamente presenti in classe o possono fare lezione a distanza da casa?
Sappiamo che in alcune scuole il dirigente chiede la presenza a scuola a tutti i docenti che operano nella classe il cui alunno con disabilità frequenta in presenza, con inevitabili difficoltà per garantire le lezioni a distanza a tutti gli altri alunni.
E c’è ancora un aspetto da considerare: e se in una classe nessun alunno chiede di stare in presenza cosa devono fare i docenti?
Di mezzo si mettono anche le decisioni assunte a livello territoriale dai singoli USR.
Nel Lazio, per esempio, il direttore regionale ha diramato proprio oggi una nota nella quale si parla solamente degli alunni non disabilità o BES ma in cui si fa alcun cenno agli altri alunni della classe.
Nota con la quale si scarica di fatto ogni responsabilità sulle singole scuole che sono sempre più disorientate e incerte sul da farsi.
Insomma, i problemi non mancano e le scuole fanno ciò che possono cercando di rispettare le regole del DPCM e delle note ministeriali ma senza contravvenire le disposizioni della Regione e dell’USR e persino le eventuali ordinanze dei sindaci.
Un vero e proprio slalom che richiede molta agilità ma soprattutto molto tempo.
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