Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, in uno degli ultimi impegni del suo mandato al dicastero di Viale Trastevere, ha fatto visita oggi al carcere fiorentino di Sollicciano e alla relativa scuola.
“Oggi ho visitato la casa circondariale di Sollicciano. Ho incontrato il personale, i volontari, la comunità di studenti, i docenti che ci lavorano ogni giorno. Li ringrazio per avermi dato l’opportunità di comprendere ancora di più il significato profondo e il valore della scuola. Ho visto anche le tante attività professionali svolte, fondamentali per accompagnare i percorsi di vita di ognuno”, ha scritto il Ministro in un tweet a corredo di alcune foto.
Quanti studenti nelle scuole in carcere?
Secondo l’Associazione Antigone, che da anni si interessa della tutela dei diritti e delle garanzie nel sistema penale e penitenziario, i detenuti che frequentano la scuola sono circa un terzo del totale. Nell’anno scolastico 2019/2020 gli iscritti erano 20.263 (il 33,4% del totale). Poco meno della metà (9176) erano stranieri.
Come insegnare in carcere?
Secondo quanto riportato nel sito del Ministero della Giustizia, per insegnare negli istituti penali per i minorenni a livello di scuola primaria e secondaria occorre presentare una apposita domanda ed essere inseriti nelle graduatorie permanenti e/o nelle graduatorie d’Istituto degli uffici scolastici regionali del Ministero della pubblica istruzione.
I suddetti uffici selezionano gli insegnanti sulla base della domanda da essi presentata nonché dei titoli di accesso, degli eventuali corsi di abilitazione o idoneità all’insegnamento e delle esperienze professionali maturate in settori attinenti alla devianza minorile.
Per poter insegnare nelle carceri è possibile anche inviare la MAD, selezionando la voce “Centri provinciali istruzione adulti“, (CPIA). I CPIA assicurano l’istruzione alle persone detenute secondo percorsi mirati.
A seguito dell’emanazione del D.M. del 25 ottobre 2007 i Centri Territoriali Permanenti, istituiti con l’O.M. 455/97, sono stati sono stati trasformati in Centri provinciali per l’Istruzione degli adulti (CPIA) ed integralmente assorbiti in questi ultimi dall’anno scolastico 2014/2015. I CPIA assicurano l’istruzione alle persone detenute (come agli altri studenti adulti) secondo i seguenti percorsi.
Nel 2021, In Italia, erano presenti 129 Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti (CPIA), come riportato da La Stampa.