Se è in crescita il numero degli alunni con disabilità certificata che frequentano le scuole italiane, quanto emerge dall’indagine della fondazione “Openpolis #coniBambini” è che solo una su tre di queste è pienamente accessibile. Il numero degli alunni con disabilità nelle scuole italiane supera attualmente il 3,6%, con un significativo aumento delle diagnosi.
Ma le scuole sono ambienti inclusivi? L’indagine di Openpolis, con dati aggiornati al settembre 2022, è stata svolta proprio per rispondere a questa domanda.
Nell’anno scolastico 2004/05 gli studenti con disabilità erano meno del 2% degli studenti, dato che grazie a una maggiore attenzione e alla migliore capacità di diagnosi, è cresciuto, tanto che nel 2021, sono saliti al 3,62% gli alunni delle scuole italiane con una disabilità certificata. Sulla base dei dati del Ministero, nell’anno scolastico 2020/2021 quasi il 97% degli alunni certificati ha una disabilità psicofisica. Di questi, il 69,5% presenta una disabilità intellettiva, il 2,8% una di tipo motorio mentre il 24,5% ha un altro tipo di disabilità. L’1,3% presenta una disabilità visiva e l’1,9% una disabilità uditiva. Questo significa che non basta abbattere o superare le barriere architettoniche: occorre un cambio nel paradigma culturale, sostengono i ricercatori di Openpolis, abbandonando l’approccio esclusivamente clinico che spesso è prevalso su questo tema. La persona con disabilità, tanto più se di minore età, non va ridotta alla dimensione di utente di servizi sociali o sanitari speciali. E per quanto riguarda l’accessibilità fisica, la questione va ricondotta anche alla qualità dell’edilizia scolastica. Non solo nel superamento delle barriere architettoniche, secondo quanto previsto dalla normativa. Ma nella progressiva adozione di soluzioni basate sul cosiddetto design universale. In teoria e nella pratica significa dunque un rovesciamento del vecchio paradigma, che considera “normalità” la progettazione per le persone senza disabilità progettando, costruendo e abitando scuole dove un approccio multisensoriale facilita in particolare gli allievi con disturbi dell’apprendimento o che incontrano maggiori difficoltà con il canale visivo-verbale, con spazi che curino e valorizzino tutti gli aspetti della percezione.
Solo uno su tre edifici scolastici risulta pienamente accessibile nel 2021: si tratta di scuole, di tutti i livelli, che dispongono di tutte le caratteristiche a norma, negli ascensori e nei bagni, così come per porte e scale. La ricerca mostra come le differenze territoriali nella dotazione delle scuole siano piuttosto ampie: al nord in media la percentuale di scuole accessibili supera il 37%, nel centro il dato è in linea con quello nazionale 33,1%, mentre nel mezzogiorno non arriva a quota 30%. A livello regionale, la soglia del 40% viene superata in Lombardia (42,5%) e nelle Marche (40,4%). Si attestano poco sotto Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Piemonte. In Liguria e Campania meno di un edificio scolastico su 4 è pienamente accessibile. Sopra la media nazionale anche Umbria, Sardegna, Veneto, Basilicata, Toscana e Puglia, mentre 6 regioni non raggiungono il 30%. In particolare Liguria e Campania dove meno di un edificio scolastico su 4, nel 2021, risulta pienamente accessibile. Bergamo, con il 56,5% di scuole pienamente accessibili dal punto di vista fisico-strutturale, è la prima provincia italiana nel 2021, seguita anche da Macerata e Cremona. Sono 14 le città e i territori che si attestano al di sotto del 25%, tra cui Messina, Vibo Valentia, Trieste, Reggio Calabria, Benevento, Caserta, Foggia, Napoli, Verbano-Cusio-Ossola, Salerno, Belluno, Agrigento, Genova e La Spezia.
I contenuti dell’Osservatorio povertà educativa sono stati realizzati da Openpolis con l’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del fondo per il contrasto della povertà educativa minorile.
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