Sono in molti a pensare che la riforma della scuola non potrà essere realizzata e che a partire da settembre le scuole saranno ingovernabili. Anche la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso si è espressa in tal senso, dopo che il segretario confederale della Uil Barbagallo aveva parlato di riforma irrealizzabile.
Per la verità nessuno è entrato più di tanto nel merito e per il momento i motivi della irrealizzabilità non sono del tutto chiari.
Più comprensibile appare invece la questione della ingovernabilità: è fuori dubbio che le regole sulle assunzioni e sulla valutazione del merito dei docenti potranno alimentare il contenzioso all’interno delle scuole e in particolare fra docenti e dirigenti scolastici.
Ma, qui nasce un problema di non poco conto: siamo proprio sicuri che i sindacati, soprattutto quelli che hanno fra i propri iscritti sia docenti sia dirigenti (Cgil, Cisl, Uil e Snals), siano così interessati a sostenere il contenzioso contro i dirigenti?
Se accadesso questo, la conseguenza, non immediata ma certamente possibile a medio termine, sarebbe quella di un progressivo spostamento di dirigenti dai sindacati del comparto verso l’Anp.
I sindacati confederali sono disponibile a perdere nel giro di un paio di anni più di 3mila dirigenti scolastici?
Peraltro la storia dimostra che le cose, in casi analoghi, sono andate un po’ diversamente.
Chi non ricorda, infatti, i proclami di guerra dei sindacati del comparto subito dopo l’approvazione del decreto Brunetta che aveva sottratto alla contrattazione di istituto materie importanti come per esempio l’assegnazione dei docenti ai plessi? Per un paio di anni la questione aveva determinato un forte contenzioso nelle scuole, ma ormai anche i sindacati più irriducibile se ne sono fatti una ragione e su questa materia il contenzioso è ormai pari a zero.
Anzi, molto spesso, sono gli stessi sindacati che, nelle assemblee devono spiegare ai docenti e al personale Ata che contro le regole del decreto Brunetta non c’è molto da fare.
Ma, se si parla di ingovernabilità, bisognerà fare i conti con le proteste che sta annunciando l’Unicobas e che, se si dovessero diffondere, potrebbero davvero determinare situazioni difficili: il piccolo sindacato di base propone ai docenti di non accettare incarichi di nessun genere e di non svolgere più attività a titolo gratuito, come per esempio le gite scolastiche. Se la protesta si dovesse estendere il caos potrebbe essere assicurato.