Quella dalla mancata sicurezza negli oltre 40 mila plessi scolastici italiani è “una situazione non più rinviabile che riguarda l’incolumità di circa otto milioni di studenti, per lo più minori, e circa un milione di lavoratori”: a denunciarlo è l’Associazione nazionale presidi, in una lettera inviata il 10 gennaio ai ministri Bussetti e Salvini sul problema della sicurezza nelle scuole.
“E’ un problema di estrema gravità – ha spiegato il presidente Antonello Giannelli – con una media di 44 crolli all’anno, una scuola su quattro con manutenzione inadeguata, oltre il 41% delle scuole si trova in zona sismica 1 e 2 e solo il 12,3% delle scuole presenti in queste aree risulta progettato o adeguato alla normativa tecnica di costruzione antisismica. La metà delle scuole non ha mai ricevuto dall’ente proprietario il certificato di idoneità statica, di collaudo statico, di agibilità e di prevenzione incendi. Gli impianti elettrici sono completamente a norma in meno di un’aula su quattro e soltanto nel 15% delle palestre e nel 9% delle mense. Nel 18% delle scuole a più piani, non sono presenti scale di sicurezza, né vi sono uscite di sicurezza sui corridoi”.
Secondo il leader dell’Anp, “è urgente intervenire destinando agli Enti locali proprietari risorse economiche commisurate ai necessari interventi di messa in sicurezza degli edifici scolastici per adeguare il patrimonio edilizio scolastico alle normative vigenti. In assenza di un piano di interventi, la questione della sicurezza delle scuole si riduce ad un improduttivo rituale di controlli e sanzioni, gravoso soprattutto per i dirigenti delle scuole”.
I dirigenti scolastici Anp ritengono, infine, particolarmente grave che continui ad essere ad essere emblematica la vicenda dell’adeguamento degli edifici scolastici alla normativa antincendio: decorso l’ennesimo termine per la messa a norma, il 31 dicembre 2018, resta solo l’obbligo per i dirigenti delle scuole di contenere il rischio “attraverso misure organizzative che non eliminano, però, le pesanti carenze strutturali e rischiano di produrre effetti solo temporanei e non risolutivi”.
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