Con il maltempo che torna a flagellare l’Italia, si riprende a parlare di scuole insicure e rischio cedimenti. Lo fa la fondazione Agnelli, presentando il Rapporto sull’edilizia scolastica, nel quale emerge che una scuola italiana su quattro presenta fattori di insicurezza e che occorrono ben 200 miliardi per ristrutturare gli istituti scolastici italiani (una cifra altissima, pari più o meno otto leggi di bilancio!). Ma di scuole non a norma parla anche l’architetto e senatore a vita Renzo Piano, che rimarca la mancanza di sicurezza delle nostre sedi scolastiche e si sofferma sull’apporto che ognuno può dare nel suo piccolo, facendo una metafora con il mare e le sardine.
“La scuola deve essere un luogo sicuro. L’Italia ha una grande tradizione metodologica, ma edifici scolastici non all’altezza”, ha detto Renzo Piano in un’intervista all’Huffington post, aggiungendo che “è uno dei tanti piccoli grandi progetti che io e il mio team di ragazzi al lavoro al Senato stiamo realizzando”.
Il noto architetto, ha tenuto a ricordare a Sora, in provincia di Frosinone per l’inaugurazione della “scuola di tutti”, un edificio antisismico da lui progettato, che “l’Italia è da sempre un paese fragile, ma di grande bellezza. E la bellezza di natura ha una sua fragilità. È un paese sismico e non bisogna credere alla fatalità, bisogna prepararsi. A livello nazionale è lo stesso tema, ci vuole un’energia, un rammendo del territorio: è questo il lavoro che facciamo al Senato dove ci sono un gruppo di 30 persone che lavorano a piccoli progetti”.
Replicando ad una domanda su come si possa fare a mettere in sicurezza il Paese, Piano dice: “Io questo non glielo so dire. Io intanto faccio quello che posso. Facendo delle piccole cose, tante piccole cose: vede, questi progetti sono come gocce, con tante gocce si fa anche il mare. Che a volte è anche pieno di sardine…”.
Ed è un bene o male che questo mare sia pieno di sardine? “È un bene, è un bene”, risponde il senatore.
Nella stessa giornata, dal Rapporto sull’edilizia scolastica della Fondazione Agnelli provenivano dati sempre più preoccupanti sulle scuole: a presentarli, a Torino, c’erano il presidente John Elkann e il direttore Andrea Gavosto, con Alessandro Laterza, amministratore delegato Laterza Editori, Giovanni Biondi, presidente Indire e Francesco Profumo, presidente Compagnia di San Paolo ed ex ministro dell’Istruzione.
La metà degli edifici – si ricorda nel Rapporto – è stata costruita tra il 1960 e il 1985; molti risalgono ai primi del ‘900: su 39.200 scuole monitorate nel 2018, ben 9.200 hanno fattori di insicurezza.
La Fondazione ha stimato che servirebbero la bellezza di 200 miliardi per ristrutturare le scuole (in tutto 150 milioni di metri quadrati), con vent’anni di interventi costanti: la stima è stata realizzata sulla base del progetto Torino fa scuola, realizzato con la Compagnia di San Paolo per la ristrutturazione della scuola Fermi dove si è speso 1.350 euro al metro quadro.
Tuttavia, a differenza di quanto accade in altri Paesi, non ci sarà però bisogno – spiega la Fondazione Agnelli – di costruire nuove scuole perché nel 2030 gli studenti saranno 1.100.000 in meno, ma bisognerà lavorare sull’esistente tenendo conto di tre dimensioni: sicurezza, sostenibilità energetica e didattica innovativa.
Immediate, le reazioni, anche istituzionali: secondo Michele de Pascale, presidente dell’Upi, “il Rapporto della Fondazione Agnelli non fa che confermare le richieste che da mesi stiamo ponendo a Governo e Parlamento: le scuole italiane hanno bisogno di un piano di investimenti, che ci permetta non solo di metterle in sicurezza, ma anche di renderle moderne, accoglienti, in grado di assolvere al ruolo educativo che gli ambienti scolastici hanno, con strutture in linea con i programmi didattici”.
“Chiaro che – ha continuato il rappresentante delle province – una cifra di questo tipo, che non è certo ordinaria, può muovere solo dalla scelta di tutti di considerare la scuola come una delle priorità del Paese – sottolinea de Pascale. Stando ai dati diffusi dalla Fondazione Agnelli – aggiunge il presidente dell’Upi – in media gli investimenti su ogni scuola italiana dovrebbero essere pari a 5 milioni, che per le 7.400 scuole superiori significa un fabbisogno stimato pari a circa 37 miliardi. La legge di bilancio 2020 per le scuole superiori prevede un fondo di 450 milioni in 3 anni, 13 mila euro a scuola, meno dell’1% della stima indicata dal Rapporto: davvero troppo poco”.
Secondo la deputata ligure di Cambiamo!, Manuela Gagliardi, i dati della Fondazione Agnelli, confermano che “le scuole italiane cadono letteralmente a pezzi: i nostri istituti scolastici sono obsoleti, insicuri, inadeguati a una didattica innovativa. E alla Liguria spetta un poco lusinghiero primato: quello delle scuole più vecchie, con un’età media degli edifici scolastici di 75 anni. È il ‘regalo’ lasciato ai cittadini dagli anni di governo della sinistra in Regione”.
“Serve subito un piano di straordinario di edilizia scolastica, quello che la Fondazione Agnelli definisce, giustamente, un piano Marshall per l’edilizia scolastica”, conclude Gagliardi.
Ascolta subito la nuova puntata della rubrica “La meraviglia delle scoperte” tenuta da Dario De Santis dal titolo: “I Simpson, nel…
"Servirebbero più risorse per la scuola pubblica e per l'istruzione per garantire il diritto al…
I compiti a casa sono il momento del consolidamento e della rielaborazione delle conoscenze, e dell'esercitazione…
È partito il 21 scorso alle 15,10 da Torino Porta Nuova il "Sicilia Express", il…
Una aspirante partecipante al concorso ordinario PNRR 2024 della scuola primaria e infanzia, ci chiede…
Il 19 dicembre 2024 segna un passo decisivo per l’organizzazione del concorso docenti. Con una…