Scuole italiane all’estero:risparmi a carico dei supplenti

“I docenti temporaneamente assenti nelle scuole statali all’estero sono prioritariamente sostituiti mediante ripartizione delle relative ore di insegnamento fra i docenti già in servizio nel medesimo Paese: in altre parole, come recita il comma 2 dell’articolo 23 del Decreto legislativo n. 64 sulla Disciplina della scuola italiana all’estero, relativo alla Legge 107/15, le ore di insegnamento del titolare assente verranno divise tra i docenti che già svolgono il loro orario settimanale completo. E anche gli ‘spezzoni’ di cattedra verranno affidati al personale già di ruolo, in questo caso facendo ancora meglio intendere che non sarà necessaria l’abilitazione specifica all’insegnamento”.

Lo scrive Anief secondo cui nel decreto è prevista “la riduzione dell’indennità fissa di sede per gli insegnanti (-38% dal 2014 alle superiori), la penalizzazione di chi rientra in Italia prima (no al super-punteggio e sì ad ambiti territoriali), di svilire la dirigenza (lontana dall’Ise dei diplomatici) negandogli anche le indennità tradizionali e di mortificare le reggenze, perché il docente che sostituisce il preside dovrebbe avere lo stesso trattamento economico. Viene infine introdotto un ridicolo tetto all’organico di sostegno: appena 10 unità, comprese nel ‘limite complessivo di 674 unità’ al cui interno sono previste anche le cattedre del ‘potenziamento’”.

 

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“Ma quello che appare ancora più assurdo-secondo Anief-  è che le ore da assegnare ai precari vogliono essere affidate a colleghi di ruolo senza abilitazione e magari in servizio a centinaia di chilometri sempre entro lo stesso Paese. Purtroppo pur di risparmiare, i nostri governanti sono ormai disposti ad approvare di tutto.

Pasquale Almirante

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