In merito ai presunti tagli alle scuole italiane all’estero vorrei precisare quanto segue:
A – È stata già prevista la riduzione del contingente dai 1.400 posti previsti dall’art. 639 del D.L.vo 297/94 a 624 posti con decreto-legge n. 95 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 135 del 2012 (a regime entro il 2017);
B – Eventuali alternative all’invio di personale dall’Italia con assunzioni di personale locale, come dimostrato da inchieste giornalistiche (fatto quotidiano ed altri), generano solo danni e contenzioso a causa della mancanza di trasparenza e controllo delle procedure;
C – È necessaria una riforma organica del settore prima di effettuare qualsiasi tipo di intervento, a questo proposito vi sono interrogazioni e ordini del giorno in Parlamento a cui non si è dato seguito;
D – Gli esigui risparmi eventualmente conseguiti genererebbero danni ben maggiori. Gli investimenti in cultura producono ritorni, anche economici, di gran lunga superiori rispetto alle spese sostenute, come dimostrano le politiche adottate da altri Paesi, come la Francia e la Gran Bretagna, ma anche la Germania, la Turchia, l’India, che ampliano sempre di più la propria rete di istituzioni scolastiche nel mondo.